La Liguria per me è un pò casa, da sempre.
L’ho frequentata fin da piccolissima e tornarci ha un buon sapore.
Uno dei miei posti del cuore è Alassio, con i palazzi colorati, il budello vivace in cui si alternano artigiani e boutique, il lungomare scandito dalle lucine dei locali.
Frequentandola da tempo, come è naturale, ho i miei porti sicuri… ma se c’è una cosa che mi piace è scoprire qualcosa di nuovo, in un posto che conosco bene.
Avevamo voglia di una cena un pò speciale, in questa fine estate tanto sospirata e che fatichiamo a lasciar andare.
Scorrendo tra i locali elencati Michelin, ci siamo fatti attirare dal ristorante Lamberti.
Si trova all’interno dell’omonimo hotel. Entrandoci, spicca un pò il contrasto tra un normale albergo tre stelle e un ristorante davvero raffinato, con una bella terrazza esterna.
Come spesso scegliamo di fare, alla prima visita in un locale nuovo, abbiamo ordinato il menù degustazione per lasciare allo chef la possibilità di esprimersi al meglio.
In apertura ci è stata servita una tartare di tonno, insalatina trevisana, fragole alla vinaigrette di lamponi ed emulsione al mango: generalmente il sapore del tonno crudo è un pò aggressivo per i miei gusti, ma in questo caso le note dolci e agre in accompagnamento lo equilibravano benissimo. La materia prima di spiccata qualità e freschezza lo rendeva inoltre morbido al palato e piacevole.
Come secondo antipasto era prevista un’insalatina di astice cotto a bassa temperatura con avocado e pomodoro cuore di bue, su sfoglia di pane Guttiau. Qualità ottima, a livello di sapore si poteva aggiungere una nota che desse una spinta al tutto.
Un contrasto di gusto eccellente quello del primo, dei ravioli ripieni di melone sfumati al Porto, su crema di fois gras e polpa di aragosta. Il profumo dolce e intenso del melone, l’amaro avvolgente della crema, la carne tenera e cotta a puntino dell’aragosta ne facevano un piatto davvero da “wow”.
Molto bene anche la chiusura, con un filetto di orata brasato, fico caramellato e prosciutto San Daniele con riduzione al vino rosso. Il pesce era deliziosamente saporito e il fico morbido e dolce gli dava un ottimo contrasto.
Personalmente avrei preferito il prosciutto in altre forme, al posto delle fetta tagliata fresca, per esempio attraverso un’essiccatura e un utilizzo in polvere o panatura, per regalare al piatto un contrasto croccante (oltre a migliorarne l’aspetto estetico).
Abbiamo accompagnato i piatti scegliendo dall’ampia lista dei vini un’ottima bottiglia di Apollonia di Federico Mencaroni, Verdicchio dei Castelli di Jesi Brut Millesimato che trascorre tra i 40 e i 50 mesi sui lieviti (che si è andata ad aggiungere a due calici di Trento DOC, omaggio gradito in apertura di cena).
Siamo usciti soddisfatti, sazi ma leggeri (adoro quando la cucina di un ristorante ti lascia questa sensazione, è una cosa piuttosto rara).
Il conto finale? Proporzionato alla qualità di quanto servito.
Si trova in Via Antonio Gramsci 57, Alassio
Tel. 0182.642747
Per altre info consultate il sito internet