Cannella e Confetti

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Shopping di pane a Milano: le mie panetterie preferite

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Nessuna figura retorica mi sembra azzeccata quanto “buono come il pane”.
Per me è un argomento molto serio, un elemento essenziale di un pasto che si rispetti, una vera e propria portata a cui conferire la corretta dignità e importanza.
Mi è capitato spesso che in locali anche di un certo livello mi venisse servito del pane poco fragrante, tanto da non sembrare nemmeno di giornata. Quanto apprezzo invece quando le danze si aprono con una pagnotta di grani ricercati fait maison, tanto più se servita ancora tiepida e con una ciotolina di burro salato o aromatizzato.
Per arginare la mia voracità e con buona pace della mia bilancia, in genere, limito l’acquisto del pane al weekend. Ma come faccio un po’ per tutte le provviste gastronomiche, lo scelgo speciale e mi rifornisco rigorosamente nei miei panifici di fiducia.

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Egalitè
Sarò influenzata dal mio amore viscerale per la Francia e per tutto ciò che la riguarda, ma la boulangerie di Thierry Loi è uno dei miei posti preferiti in cui fare shopping di carboidrati.
Il mio preferito è il pan de campagne, molto saporito e preparato con una parte di farina integrale, ma ovviamente non potete esimervi dall’acquistare anche una baguette fatta a regola d’arte (ce ne sono ben 5 tipologie).
Unica pecca? La fila di estimatori a qualsiasi ora della giornata e il conseguente rischio di trovare esaurita la tua varietà preferita.
Per i golosi, non perdetevi una merenda a base di éclair, tarte tatin o tropezienne.
Si trova in: via Melzo 22

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Princi Bakery
Ribattezzato all’estero “L’Armani del pane“ è il fornitore ufficiale della roastery Starbucks a Milano e nei punti vendita più cool come quelli di Seattle e Chicago.
Vado pazza per il loro bauletto ai cereali, che tagliato a fette e surgelato è la soluzione perfetta per avere una riserva di pane che si conserva buono come fresco anche dopo essere stato decongelato.
Il solo difetto è che quando entro qui difficilmente riesco a resistere alle strisce di focacce calde di forno che mi sorridono sornione (soprattutto quando me le servono insieme a uno spritz).
Si trova in: piazza XXV Aprile, via Ponte Vetero 10, Largo La Foppa 2, c.so Venezia 21, via Speronari 6

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Panetteria Silini
Sono (s)fortunata perché marito lavora super vicino a questa panetteria storica e ogni tanto sulla via del ritorno si ferma a comprare qualcosa con cui sorprendermi.
I miei capi saldi sono due, uno dolce e uno salato: il panino di segale con i semi di zucca per accompagnare la cena e quello con le uvette (più uvette che pane) per la colazione del giorno dopo.
E’ anche uno dei pochi posti in cui trovo breztel e moricettes alsaziane, perfette per l’aperitivo, di cui mi basta un morso per tornare indietro di 15 anni.
Si trova in: piazzale Cadorna 9

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Panificio Davide Longoni
Segale, farro, cereali antichi: per i fanatici del pane scuro e integrale come me, Longoni è una piccola Mecca.
L’uso accurato delle migliori farine e del lievito madre rendono i prodotti estremamente fragranti e digeribili.
Io amo tantissimo la sua challah, pane ebraico a forma di treccia tipico dello shabbat. Merce rara nelle panetterie milanesi, ha una consistenza soffice simile a quella di un pan brioche e sapore lievemente dolce.
Si trova in: via Gerolamo Tiraboschi 19

 

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Malanni di stagione non mi avrete! I trucchi anti influenza, a partire dalla colazione

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Da bambina mi ammalavo poco o nulla.
In tema di difese immunitarie speravo di aver preso da mio papà: praticamente un highlander, indistruttibile.
Nonostante questo la nonna mi propinava massicce dosi di pappa reale (“che non ti fa ammalare”). Fino a pochissimo tempo fa quindi è stata quella la mia sola misura preventiva dei malanni invernale o semplicemente la carica in più durante i periodi delicati del cambio di stagione.
In casa mia si è sempre preferito relegare i medicinali ai casi di stretta necessità, privilegiando gli aiuti disponibili direttamente in natura.
Proprio seguendo questa filosofia ho deciso di affidarmi quest’anno a Immunilflor, la linea di integratori ESI completamente naturale pensata proprio per rafforzare le difese immunitarie contro gli agenti patogeni come germi, batteri e virus. Gli ingredienti naturali contenuti (Echinacea, Uncaria, Vitamina C e Zinco) aiutano a migliorare la risposta dell’organismo contro raffreddore, influenza, tosse e mal di gola.
Ebbene sì, ora mi ammalo al primo spiffero di vento: benvenuta vecchiaia.
Come se non bastasse la linea Immunilflor è completamente a prova di nonna dato che è adatta a tutti, agli adulti come ai bambini.

Logicamente anche a tavola è possibile aiutarsi nella prevenzione i malanni di stagione.
Oggi la consapevolezza del fatto che alimentazione e salute siano strettamente collegati è forse al suo massimo storico, e ben venga.
Alcuni cibi sono particolarmente adatti a dar manforte alle difese immunitarie grazie al contenuto di preziose vitamine come ad esempio la C (in trincea contro le infezioni) e la E (con il suo effetto di protezione dei linfociti).
Parliamo ovviamente di frutta e verdura (non solo agrumi: sapevate che il peperone ha quasi il doppio di vitamina C rispetto all’arancia?), meglio se consumata cruda o dopo cotture brevi e delicate come quella a vapore, ma anche cereali integrali e grassi buoni come avocado e frutta secca.
Preziosi alleati arrivano poi da lontano: irrinunciabili le spezie anti infiammatorie quali zenzero, peperoncino e curcuma. Uno dei migliori souvenir mai acquistati durante un viaggio è stato per me il tè solubile allo zenzero, scoperto a Bali e di cui faccio scorta ogni volta che torno in Asia: intenso da togliere il fiato, è il mio riparo sicuro al primo sintomo di mal di gola oltre a essere super efficace anche contro qualsiasi tipo di nausea.

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E dato che spesso lo start della giornata determina il tono dell’intera giornata è bene iniziare dando una sferzata al sistema immunitario già dal mattino.
La colazione perfetta per questi mesi parte da una bella porzione di frutta (150/200 gr), anche sotto forma di macedonia o di estratto se preferite.
Per evitare un eccessivo innalzamento della glicemia (con conseguente fame da squalo appena un’ora dopo aver consumato il pasto) affiancateci una fonte di proteine, ottimo per esempio un vasetto di yogurt greco bianco intero ingolosito dalla vostra frutta secca preferita.
A questo proposito, le porzioni giornaliere raccomandate dalla SINU (Società Italiana di Nutrizione) sono pari a 30 grammi di frutta secca; in parole povere 7 noci, 23 mandorle, 21 nocciole, 18 anacardi e 49 pistacchi.
Se siete tipi da colazione salata invece potete optare per un’omelette alle verdure, meglio se arricchita da qualche noce e un cucchiaino di semi di lino, accompagnata da una spremuta fresca.
A complemento, una bustina di Immunilflor pocket drink o una delle naturecaps: super pratiche anche in vacanza o se come me, presi dal rush mattutino, finite per fare colazione in ufficio.

Post offerto da ESI

Filed Under: ricette Tagged With: autunno, colazione, healthy, integratori, inverno

Scatti di vita: maygram

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Complice la festa della Repubblica che, cadendo di venerdì, ci ha regalato un provvidenziale weekend lungo “Scatti di vita” questo mese arriva trafelato come il Bianconiglio, in perenne lotta contro l’orologio.

FELICI CASI DI OMONIMIA

PIZZA_NAPOLETANA_MARGHE_MILANO
Quella tra me e la pizza è una storia d’amore solida, monogama e di lunga data.
Ricordo ancora le ineguagliabili farfalle nello stomaco quando la mamma annunciava, tipicamente di sabato, “bambine, oggi mangiamo la pizza”.
Mi piace quella napoletana, con il cornicione alto e soffice e la pasta sottile. Potrei mangiarne tranquillamente due di seguito, e non sono molte le cose di cui potrei affermarlo con la stessa sicurezza.
Ho partecipato con grande entusiasmo, quindi, a una sfida all’ultimo fotogramma tra blogger, tutta al femminile. La serata ha visto molti magnifici scatti e altrettante numerose vittime… tutte lievitate a lungo, cotte a puntino e condite in modo sublime, con ingredienti di primissima qualità.
La pizza di Marghe ha indiscutibilmente fatto breccia nel mio cuore.
La trovate in via Cadore 26 o in via Plinio 6.

YOGA WITH A VIEW

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A inizio mese ho avuto la possibilità di rintemprarmi con un momento sporty super esclusivo: V3raw, locale milanese healthy in cui mi coccolo spesso in pausa pranzo tra cibo super fresco e proposte bilanciate, ha studiato insieme alla trainer Beatrice Mazza delle sessioni di yoga molto speciali.
Rivolte anche ai neofiti, le lezioni di yoga dinamico base offrono – oltre a una vera iniezione di benessere fisico e mentale – due ulteriori plus: la location, una terrazza mozzafiato con vista sul centro di Milano, e il post work out allietato dagli estratti vitaminici freschi e gustosi, una delle punte di diamante del V3raw.
Seguiteli su Facebook per non perdere le prossime date in calendario.

I LOVE L’OV

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A Milano c’è buon gusto a profusione, ammettiamolo; la città pullula di posti davvero molto belli a livello estetico, purtroppo spesso non all’altezza per quanto riguarda l’offerta gastronomica.
Quando esco a pranzo o a cena il cibo è una componente determinante e piatti insufficienti (magari accompagnati da un servizio pessimo) seppur gustati all’interno di una cornice incantevole mi lasciano comunque l’amaro in bocca.
A volte per fortuna capita di trovare location deliziose da cui, oltre che con la vista, si esce con le papille gustative appagate. E’ il caso di L’OV, locale dal sapore newyorkese in cui architettura, arredi e complementi sono curati in ogni minimo dettaglio (perfino la toilette è classy e ricercata).
Io lo amo molto per concedermi una colazione lenta a pane, burro e marmellata o una soffice omelette.
Se non ci siete mai stati, per il vostro battesimo vi consiglio di non indugiare sul menu e ordinare sicuri i tagliolini alla carbonara, loro cavallo di battaglia.

PAUSA DETOX DA SOULGREEN


Una sorta di oasi nel cuore di una delle zone più frenetiche della città: Soulgreen sorge ai piedi dei recenti grattacieli di Porta Nuova, in Piazzale Principessa Clotilde, e offre la possibilità di concedersi una sosta riossigenante in un ambiente che profuma di natura.
La filosofia che anima il locale è quella di una ristorazione “plant based“, che non prevede dunque l’utilizzo di prodotti animali o derivati. Le opzioni 100% vegan e gluten-free del menu spaziano da ricche e coloratissime insalate, alle ormai celeberrime bowls ispirate ai sapori del mondo (io ho provato la lebanese, e la prossima sarà la mexican!) da accompagnare a variopinti smoothies in cui galleggiano fiori.
Esperienza da non perdere il tagliere di formaggi vegani, preparati a base di anacardi.

SAY CHEESE(CAKE)

cheesecake_cannellaeconfett
Concludiamo in dolcezza con uno dei miei cavalli di battaglia, la NY cheesecake.
Per i dolci americani ho un debole, anche se trovo che la maggior parte delle volte sia meglio ignorare ingredienti e dosi e continuare a dormire sonni tranquilli con la propria fetta di red velvet pacificamente depositata lì, tra addome e glutei.
Questa ricetta infallibile – e umanamente sostenibile dal punto di vista calorico – prevede la cottura del dolce in forno e la guarnizione con marmellata e frutti di bosco freschi.
Non la preparavo da un pò, a onor del vero, ed è stata una gioia riproporla per una dolcissima serata ladies only.
Perfetta per essere realizzata in anticipo e servita come fresco (seppur ricco) fine pasto, trovate perfino la mia videoricetta. Non avete proprio scuse per non farla!

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Cake all’uva rossa

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Indosso maniche corte e scarpe rigorosamente senza calze, stringendo cocktail al sapore di zenzero e menta.
Mi aggrappo alle ultime serate di chiarore, alla bellezza di trovare un cielo ancora celeste ad accoglierti all’uscita dall’ufficio. Come se ogni minuto di luce in meno mi venisse strappato direttamente dal cuore.
Saluto con il fazzoletto bianco ogni singolo tono d’abbronzatura che mi si schiarisce addosso, mentre il fondotinta mi osserva sornione dal suo ripiano, con il ghigno tipico di chi aspetta che passi il cadavere del nemico sulla riva del fiume (e in effetti la mia carnagione ci si avvicinerà molto, cromaticamente parlando).
Indugio, tergiverso, temporeggio. Non vorrei, non voglio.
Io fatico a lasciar andare. E questo vale anche per le stagioni.

A dirla proprio tutta, l’autunno mi piace pure.
Le foglie che si tingono di ogni sfumatura del giallo e del rosso, scrocchiano sotto le suole e colorano l’orizzonte.
I bambini che saltano ridendo nelle pozzanghere, aspettando la notte del “dolcetto o scherzetto”.
Il forno che torna a nuova vita, profumando la casa d’arrosto.
Le candele accese la sera accanto alla TV.
I cappelli di panno e le blanket scarves con cui vestire i primi freddi.
L’aroma di biscotti nell’aria che zucchera la domenica.
Le passeggiate per il centro all’imbrunire e i cartocci di caldarroste.
Le tisane fumanti da stringere tra le mani e sorseggiare dalla mia tazza rosa d’ordinanza, in attesa che si riaccendano i termosifoni.
Gli strappi alla regola a tavola, che tanto la prova costume non è mai stata così lontana.
Il piacere di un lungo bagno caldo, con due mani che ti massaggiano i capelli, tra uno shampoo e un bacio.

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Ringrazio per la ricetta (semplice, gustosa e perfettamente autunnale) il blog di Lisa, mia “partner in crime” per lo scambio mensile di ricette tra Bloggalline!

Ingredienti
(per una teglia rotonda da 18 cm)
150 gr uva rossa senza semi
125 gr farina 00
75 gr zucchero bianco semolato
8 gr lievito vanigliato
2 uova piccole (o uno grande)
30 gr olio di semi

Montare per circa 5 minuti le uova con lo zucchero e l’olio, finchè la massa non sarà gonfia e chiara.
Aggiungere la farina setacciata con il lievito e amalgamare con la frusta a bassa velocità.
Tagliare gli acini d’uva a metà privandoli dei semi e unirli all’impasto mescolando bene.
Versare in uno stampo foderato di carta da forno e infornare a 180 gradi per 35 minuti.

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Fagottini di sfoglia con mele e pere

by 20 Comments

Metti quella voglia di dolce che ti assale a metà pomeriggio, quando è troppo tardi per il caffè dopo pranzo e troppo presto per l’aperitivo.
Metti un’amica – tra le poche persone al mondo da cui ti faresti vedere struccata – che ti suona il campanello all’improvviso per un thè e tante chiacchiere, o di aprire la dispensa e accorgerti di essere rimasta senza merenda per i nipotini in arrivo a minuti.
Metti un sabato mattina pigro, in cui alla colazione al bar si preferisce quella homemade, da gustare sotto al piumone con la casa che profuma di burro e zucchero caramellato.
Vi lascio una videoricetta veloce e semplicissima, perfetta per questi e altri dolci momenti:
(ricetta scritta a seguire)

Ingredienti
un rotolo di pasta sfoglia rettangolare
una mela renetta
una pera abate
marmellata di pesche
crema di cioccolato fondente
zucchero di canna qb
un turolo d’uovo
mandorle a lamelle

Sbucciare la frutta e tagliarla a cubetti.
Srotolare la sfoglia su una teglia da forno e ricavarne dei quadrati con un coltello.
Porre al centro di ogni quadrato un cucchiaino di marmellata o di crema di cioccolato.
Disporre dei cubetti di mela sopra i quadrati alla marmellata e dei cubetti di pera sopra quelli alla crema di cioccolato.
Richiudere piegando gli angoli verso il centro, come dei fagottini, premendo bene i lati con i polpastrelli per sigillare.
Spennellare con il tuorlo leggermente sbattuto, spolverare con lo zucchero di canna; sui quadrati alle pere, aggiungere infine delle scaglie di mandorle, appena topstate in un padellino antiaderente molto caldo.
Cuocere in forno statico a 180 gradi per 20/25 minuti.
Servire tiepidi o freddi.

fagottini_sfoglia_mele_pere

Consigli e varianti:

  • tenete sempre un rotolo di sfoglia nel congelatore: è perfetto per improvvisare queste colazioni o merende last minute
  • se non volete spennellare i fagottini con il tuorlo usate un pò di latte
  • potete variare il gusto della marmellata e della crema a vostro piacimento
  • potete variare anche la frutta, facendo attenzione a non sceglierla troppo acquosa, altrimenti il fagottino risulterà troppo umido alla base

 

 

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Zabaione al marsala e tegole valdostane

by 35 Comments

Quando soffri molto, non pensare sembra il migliore degli antidolorifici. Il solo modo per rabbonire, per un attimo, i demoni che hai dentro.
Questo placebo però ha un effetto del tutto volatile.
Prima o dopo, i conti con le tue ferite li devi fare: il sangue non coagula, il corpo sventola bandiera bianca. Sei messo al muro dal garbuglio che hai nel cuore.
Io ho quasi fuso, cercando di astrarmi e non pensare.
E ho capito che proprio mentre cercavo di non farlo, era lì che pensavo di più. Che mi arrovellavo sulle cose, che mi dilaniavo fisicamente.
No, non è facile capire se quello che hai, pur non essendo perfetto né completo, ti rende felice.
E non lo è nemmeno chiederti, con tutta l’onestà di cui sei capace, se questa completezza e questa perfezione le potrai mai scovare in qualche dove. Se quella mancanza non sia dovuta piuttosto a qualcosa di assente, ancor prima di tutto, proprio dentro di te.
Ci sono molte cose che non so ancora, e poche che ho compreso.
Ho capito che è meglio vivere da illusi inseguendo l’incredibile, che vivere delusi da quello in cui credevi.
Che mentre pensi di star annegando, in realtà stai solo annaspando. E non è detto che non arrivi l’onda che ti metterà davvero a tappeto.
Che gli incubi, a volte, ce li creiamo con le nostre stesse mani; proprio mentre siamo a caccia di sogni.
Che più che quello che mostriamo, siamo quello che proteggiamo.
Che non si può amare per due e non si può vivere a metà.
Che nel lieto fine non ci credo. Ma nei nuovi inizi, sì, in quelli voglio crederci.

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Ingredienti per lo zabaione
per 4 persone
6 uova freschissime (solo i tuorli)
6 cucchiai di marsala
6 cucchiai di zucchero

Montare a lungo i tuorli con lo zucchero e il marsala finchè saranno chiari e spumosi.
Mettere la crema di tuorli in una casseruola e porre sul fuoco in una pentola più grande, riempita per un terzo d’acqua molto calda; far cuocere a bagnomaria circa dieci minuti, mescolando continuamente con una frusta perchè la crema non attacchi sul fondo. Quando la crema sarà gonfia e vellutata, spegnere il fuoco e trasferire in una coppa di vetro o in coppette singole.
Consumare tiepido o freddo.

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Ingredienti per le tegole
per 30/35 biscotti
100 gr zucchero semolato
100 gr nocciole
100 gr mandorle
2 albumi

Tritare nocciole e mandorle in farina.
Mescolare le farine con lo zucchero e gli albumi leggermenti montati.
Su un foglio di carta da forno, creare con il cucchiaio dei dischi di forme regolari, abbastanza distanti tra loro (ce ne staranno circa 8 alla volta).
Far cuocere a 170 gradi per circa 6-8 minuti.

Note e consigli

  • preparare le tegole è un ottimo modo di utilizzare gli albumi avanzati dallo zabaione, ma questa salsa si sposa molto bene con vari tipi di biscotto, come i savoiardi o le paste di meliga
  • essendo lo zabaione piuttosto liquido non si presta alle farciture, piuttosto è perfetto per essere servito in accompagnamento a dolci come la sbrisolona o la torta di mele
  • l’intera ricetta è gluten free.

 

 

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Muffin ai mirtilli e cioccolato

by 50 Comments

Minuscole corde vocali inconsapevoli emettono a fatica il primo vagito, come a voler urlare che ehi, siamo arrivati, siamo qui.
Ancora tatuati dal sangue da cui ci stiamo separando, veniamo posti tra le braccia della persona che più incondizionatamente, inspiegabilmente ed eternamente ci amerà, per il resto dei suoi giorni.
Braccia che comprendono, perdonano, amano oltre ogni spigolo o lacuna.
Le sole in grado di lenire un trauma tanto intenso: ci investono luce, freddo, rumore, per nove mesi ovattati da un ventre che si è fatto scudo. E ora, stanco guerriero, fa di quelle braccia la prolunga del proprio potere terapeutico e protettore.
Forse è per questo non possiamo tollerare, nemmeno immaginare l’idea di vivere senza amore.
Ci è stato dato direttamente alla nascita, perderlo sarebbe contro natura. Troppo crudele.
Esigiamo di essere amati come il buio di notte, la neve a Natale, il caffè appena svegli.
Tu mi ami, non ti arrabbiare con me.
Se mi ami devi perdonarmi. Devi restare.
Tu devi amarmi, non puoi lasciarmi.

Come se l’amore fosse un diritto che non necessita meriti, un optional sempre incluso nel pacchetto. Qualcosa che si può pretendere. E invece rappresenta, semplicemente, il più sublime dei privilegi.

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Ingredienti
260 g farina
120 ml di latte parzialmente scremato
170 ml di yogurt greco
100 gr zucchero semolato fine
2 uova
80 g di burro
15 g lievito madre essiccato
100 g di gocce di cioccolato fondente
125 g di mirtilli congelati (da freschi)
un pizzico di sale

Fondere il burro e lasciarlo raffreddare.
Sbattere (non montare) le uova in una ciotola usando la frusta, unire il latte e lo yogurt e da ultimo il burro fuso.
A parte, mescolare la farina setacciata con il lievito, lo zucchero e il pizzico di sale.
Aggiungere i mirtilli ancora congelati e le gocce di cioccolato al composto secco.
Versare il composto umido e mescolare delicatamente, quel tanto che basta per amalgamare gli ingredienti. Se necessario, aggiungere altro latte.
Lavorare l’impasto il meno possibile, perchè i muffin restino soffici.
Versare negli appositi stampini (per me in silicone, altrimenti imbrurrati e infarinati) riempiendoli per 2/3 e cuocere in forno statico a 190° per 30 minuti.
Sfornare e far raffreddare su una gratella.
Conservare in una scatola di latta.

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Chocolate rolls

by 42 Comments

Essere creativi è la voce più divertente del verbo cucinare.
Materializzare sogni, la più tangibile del verbo inventare.
Apprendere, la più costruttiva del verbo sbagliare.
Rialzarsi, la più benaugurale del verbo fallire.
Comprendersi, la più spontanea del verbo essere famiglia.

Rendersi felici, supportarsi, costruire, completarsi, fidarsi, avere coraggio, pianificare, credere… sono tutte voci fondamentali dello stesso verbo (o almeno di come lo idealizzi tu). Sempre coniugate a due.
Eppure, tra queste ancelle manca la regina.
Quel miscelarsi di difesa, cura e custodia. Proteggere.
Per me è questa, senza mezzi termini, la voce più intensa e commovente del verbo amare.
E lo stesso, forse ancor di più, vale per la costola da cui ha origine: amarsi.

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Questa ricetta viene da casa di una delle più care amiche conosciute virtualmente attraverso la passione della cucina ed entrate con grazia a piè pari nella mia vita, quella “vera”.
E’ stata colonna sonora di alcune ore della sua attesa, la più dolce che si possa vivere. Rifarla, è stato un pò come vivere trepidamente questo momento accanto a lei.

Eccola di seguito, solo leggermente modificata in base alle mie disponibilità di ingredienti e attrezzatura

Ingredienti
400 gr farina tipo 2
250 gr latte parzialmente scremato
35 gr lievito madre secco
70 gr zucchero di canna + 2 cucchiai
un pizzico di sale
80 gr burro
la scorza di mezzo limone biologico
100 gr cioccolato extra fondente
100 gr cioccolato al latte

Nella ciotola dell’impastatrice versare farina setacciata, pizzico di sale, zucchero, lievito, scorza di limone grattuggiata e latte tiepido. Lavorare velocemente per amalgamare il tutto.
Aggiungere il burro a temperatura ambiente, tagliato in piccoli pezzi, facendo incorporare il precedente prima di aggiungerne uno nuovo.
Lavorare il tutto per 15-20 minuti con il gancio impastatore. L’impasto dovrà risultare liscio e ben elastico, si staccherà dalle pareti della ciotola restando ben incordato al gancio.
Con le mani, formare una palla, coprire la ciotola con la pellicola trasparente e lasciar lievitare nel forno spento con la luce accesa per almeno 4 ore.
Rovesciare l’impasto su un piano infarinato, stenderlo in forma rettangolare e ricoprire la superficie con i due cioccolati tritati grossolanamente e i 2 cucchiai di zucchero.
Bagnare i bordi con piccole pennellate d’acqua e arrotolare la pasta su se stessa, partendo dal lato lungo. Avvolgere il cilindro in pellicola trasparente (il mio era lungo, perciò l’ho diviso in due pezzi) e farlo riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Tagliare i cilindri in fette di circa 2,5/3 cm e posizionarle adiacenti in una tortiera. Coprire nuovamente con pellicola e far riposare ancora per un’ora.
Cuocere in forno statico a 170° C per 30-35 minuti.

Le mie note
– le brioches si possono surgelare, basterà estrarle dal congelatore la sera prima e passarle un attimo in forno la mattina per gustarle soffici e con il cioccolato ben cremoso
– se preferite, potete disporre le rondelle di impasto singolarmente, in stampi da muffin imburrati e infarinati
– la prossima volta, vorrei provare a spalmare l’impasto con una buona crema di nocciole o della marmellata, al posto di utilizzare la farcitura di cioccolato in scaglie

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Cake al cioccolato fondente e sale dolce di Cervia

by 33 Comments

Una mattina qualunque, varchi la soglia dell’ufficio già in frenesia.
La sedia girevole è ancora sgradevolmente fredda. Mentre il Mac decide di carburare rimetti ordine tra i (pochi) oggetti che popolano l’ordine maniacale della tua scrivania.
Navighi distratta, in modalità anticiclopica: un occhio sul browser compie la rassegna dei tuoi blog preferiti, l’altro sul touchscreen distribuisce cuoricini su Instagram.
Alla faccia dell’iperstimolazione ti districhi mica male tra link, foto, video, hashtag e check in degli amici. Bombardata di informazioni tutte potenzialmente interessanti e allo stesso tempo tendenzialmente inutili, lo scroll arriva a una frase che ti colpisce come un pugno dritto in faccia.
Anzi, un pò più giù. Esattamente al centro del petto.
Ca va sans dire, non ricordi dove l’hai letta. Però ti è rimasta, e questo è abbastanza.

Non ci si può proteggere dalla sofferenza senza proteggersi anche dalla felicità.

Quante volte percorrere una strada dolorosa, è l’unico modo per tornare a vedere la luce? Anche quando nel cammino non ne filtra neanche un raggio, forse nemmeno crediamo più che in fondo possa splendere?
Quando dobbiamo stringerci, resistere, aggrapparci a quello che ci rende in grado di sopportare i cieli bui, in attesa della schiarita?
Quando invece dobbiamo arrenderci? Aprire la porta a questo dolore, entrarci con entrambi i piedi, lasciarci ferire, digerirlo perchè poi possa lasciare posto alla gioia?
Ci vuole un bel coraggio ad accettare di soffrire. Sia che si tratti di resistenza o resa.

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Quando ho in dispensa un ingrediente speciale, mi capita di fissarlo dalle ante con atteggiamento quasi reverenziale, pensando a come e quando potrò usarlo in modo abbastanza nobile.
Così, dopo l’acquisto di un capo tanto desiderato, ogni volta ho il timore di indossarlo, nel rischio che poi l’occasione non si riveli all’altezza.
La stessa sensazione l’ho percepita quando la mia amica Sara mi ha portato, come cadeaux dalle vacanze estive, un pacchetto del prezioso sale dolce di Cervia… e in effetti ci ho messo quasi tre mesi prima di decidere a cosa abbinarlo. So però che, da buona golosa come me, apprezzerà questo accostamento con il cioccolato!

Ingredienti
dose per uno stampo da plumcake
3 uova
150 gr farina di tipo 2
150 gr burro
100 gr zucchero di canna
50 gr zucchero semolato super fine
100 gr cioccolato fondente
50 gr cioccolato fondente al fleur de sel
mezza bustina di lievito vanigliato
sale dolce di Cervia qb

Sciogliere il burro e il cioccolato a pezzetti dolcemente in un pentolino. Mescolare bene e lasciar raffreddare il composto.
Montare le uova a lungo con gli zuccheri, fino a ottenre una massa chiara e spumosa.
Aggiungere la farina setacciata poco alla volta, mescolando bene, e infine il lievito.
Unire il composto di cioccolato, amalgamando con una spatola.
Imburrare e infarinare uno stampo da plumcake.
Creare il dolce alternando strati di impasto a pizzichi di sale. Ripetere fino a esaurimento e spolverare con poco sale anche in superficie.
Cuocere in forno statico a 180° per circa 45-50 minuti.
Sfornare su una gratella e far raffreddare prima di estrarre dallo stampo.

Liberamente tratta da questa ricetta del blog “Con le mani in pasta”

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Pancake d’autunno e smoothie alla pera

by 24 Comments

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Allinearsi a quello che “va” sembra la via più breve per avere mediamente successo oggi.
Come seguire una ricetta passo passo da un libro di cucina. Mancherà magari quel tocco creativo in più, ma difficile che il risultato sia un disastro totale.
Distinguersi, non per essere diversi per forza ma per incarnare veramente quel che si è, richiede certamente uno sforzo supplementare. Più carattere, più coraggio, più voglia di mettersi in gioco.
Ma quanto brillante può essere un contenuto autentico, costruito su misura da chi lo scrive, per chi lo leggerà?
Succede allora che, quando girovagando per la rete ti imbatti in qualcosa di nuovo, spicca subito.
Come un bindi sulla fronte di una bella donna indiana, la prima esplosione di una serie di fuochi d’artificio, la stella in cima all’albero di Natale.
Pepite per Tutti è un punto di vista inedito, personale. Brioso ma allo stesso tempo delicato.
Trasuda personalità, portandoti per mano su un sentiero che si snoda tra i gusti e i gesti di Ilaria e Andrea.
Raggruppa con grazia e savoir faire quei contenuti che – è sorprendente – su una lavagnetta virtuale avresti appuntato tu, esattamente così come sono.
E su questa lavagna, adesso, posso attaccare anche i miei post-it: da oggi sono contributor!
Lasciatemi stropicciare gli occhi, che ancora non ci credo.
Nel frattempo, per la ricetta vi rimando a Pepite per tutti

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Filed Under: dolci, ricette Tagged With: cioccolato, colazione, USA

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Cannella e Confetti

Margherita Daverio, alias Cannella e Confetti.
Classe '84, vivo a Milano e faccio la PR.
Per me cucina è carattere, brivido e poesia.
Sognatrice ad occhi aperti ed eccessiva negli affetti, vivo di istanti e di istinti.
Mi tengo stretta la famiglia, gli errori e i ricordi. Guardando sempre avanti, che la vita non si ferma. E tanto meno io.

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