Cannella e Confetti

Cucina, lifestyle e belle emozioni

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Scatti di vita: last months edition

2 Novembre 2017 by Margherita Daverio 8 Comments

Scatti di vita manca da tantissimo.
E’ stato un periodo intenso e confesso che latitare così da questo mio posto felice mi ha procurato autentico dispiacere.
Allo stesso tempo, incastrare ciò che ami fare nei ritagli di tempo, è quasi un affronto.
Recupero adesso quindi, raggruppando gli scatti degli ultimi tempi che mi stanno più a cuore.
Perchè a non condividere il bello ci si perde, ne sono sicura.

Partiamo da qualcosa di parecchio concreto, da uno dei simboli dell’Italia a tavola per eccellenza: la pizza.
La mangio poco, a dire il vero sempre meno. Forse anche per questo motivo, quando lo faccio esigo che sia di qualità.
Negli ultimi mesi ho scovato due posticini di cui dovete o-b-b-l-i-g-a-t-o-r-i-a-m-e-n-t-e segnarvi l’indirizzo.

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Da Zero, pizzeria cilentana nel cuore del centro di Milano, ho potuto assaggiare in anteprima il nuovo menù autunno-inverno. Qui il rapporto con il territorio la fa da padrone: le materie prime provengono direttamente da produttori locali super selezionati e la differenza si riscontra al primo assaggio.
La pizza è digeribilissima, ha il cornicione soffice ed è ben guarnita; in foto vedete la Fior di formaggi, un mix irresistibile di mozzarella nella mortella, provola affumicata di Agerola, toma morbida, blu di pecora, caciocavallo e cacioricotta di capra.

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C’è l’imbarazzo della scelta da Beato Te, locale in zona Lorenteggio famoso per la varietà di impasti selezionabili come base per la propria pizza: senza glutine, integrale, cereali, kamut, carbone vegetale, cereali e quinoa, soia, curcuma, carbone vegetale e canapa sativa. Io ho provato l’impasto alla soia, molto più saporito rispetto a quello tradizionale e non vedo l’ora di tornare per sperimentare il prossimo!

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Sempre di cibo si parla (del resto sapete bene quanto io sia affezionata al tema), ma stavolta si vola lontano, verso Oriente. Si atterra da Zushi, ristorante minimal e rilassante a Porta Volta che propone un sushi fusion ma senza abbinamenti troppi estremi. Io ho amato profondamente il Takeshita street, sushi pressato con salmone teriyaki, mozzarella di bufala, cipolla fritta e maionese spicy e lo shinjuku roll con gambero in tempura, tonno flambato, tartare di pomodoro, avocado e patate viola. Affascinante la sala tatami, per piccoli gruppi. Disponibili take away, delivery e il servizio catering.

L’avvicinarsi della stagione più fredda (nonostante le temperature milanesi di questi giorni tentino di smentire il calendario) porta con sè il piacere di rifugiarsi nel tepore delle mura domestiche insieme agli amici più cari… con la complicità di una buona bottiglia di vino e tanti buoni bocconi ad accompagnare.
La parte che preferisco nella preparazione di queste serate? L’allestimento della tavola.
Amo curare ogni dettaglio
, dalla decorazione, all’apparecchiatura fino ovviamente alla presentazione del cibo.
Mi piace che il risultato sia caldo, intimo e invitante. Che faccia sentire coccolati e a casa.

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Mi commiato infine con il mio faccione, in ricordo di una mattina davvero piacevole trascorsa presso la Scuola di Cucina Italiana con Ghroe Blu Home. Un momento di amiche e mani in pasta… cosa chiedere di meglio?
Mi sono ripromessa che questo scatto mi serva da promemoria per tutte le volte in cui sarò stanca, tesa, sotto pressione.
Che mi ricordi sempre quale sorriso mi veste quando faccio qualcosa che amo. E che non mi lasci commettere l’imperdonabile sbaglio di accontentarmi del resto.

 

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Scatti di vita: julygram

3 Agosto 2017 by Margherita Daverio 1 Comment

Prima di abbassare la saracinesca del blog, che le ferie sono meritate anche nel world wide web, non potevo perdere l’occasione di raccontarvi una parte del mio luglio.
Lo ammetto, caldo e stanchezza iniziavano a rendermi non troppo simpatica e – soprattutto – non al massimo della mia forma fisica… eppure ne è passato tanto di bello su questi schermi.

DI FRITTO E D’INFANZIA

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Da bambina ero decisamente meno cagionevole rispetto a ora; in compenso, qualche problemuccio respiratorio mi ha sempre reso terme & co. ambienti molto familiari, fin da quando quel sant’uomo di mio papà mi portava più volte alla settimana a Salice Terme per le inalazioni, che alla fine condivideva anche lui (ma questa parte della storia merita un capitolo a parte, che prima o poi arriverà).
Il mese di settembre mi vedeva invece in pellegrinaggio verso Tabiano insieme alla mia super energica nonna Isa, per un ciclo di cure intensive. Inutile specificare che, se ricordo il capitolo cure termali come una mezza tortura, tutto il resto dell’esperienza era quanto di meglio potessi chiedere, aspetto gastronomico incluso.
L’hotel Royal, sistemazione a cui siamo sempre state fedelissime, la domenica serviva giganteschi vassoi ricolmi di gnocco fritto e prosciutto crudo davanti ai quali era lecito perdere ogni tipo di ritegno.
La mia passione per questo piatto non è stata minimamente scalfita dal tempo, potete quindi immaginare la mia gioia quando alla Trattoria dai Sibani mi è stato servito il ben di dio che vedete ritratto in foto.
Calorie spese benissimo, dalla prima all’ultima.
Menzione d’onore poi al fatto che la “torta fritta” (lì si chiama rigorosamente così) viene servita in modalità all you can eat: il mio unico rammarico è non averne fatto il bis!

Frazione Ferranda Chiusa 4, Fidenza (PR)

MI DICHIARO… INNOCENTE!

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Concedersi il lusso e l’intimità di una cena stellata senza doversi necessariamente preparare a un’esperienza gastronomica troppo estrema (e a un esborso che metta a repentaglio la prossima rata del mutuo)?
Da Innocenti Evasioni è possibile.
Gli chef Tommaso Arrigoni e Eros Picco propongono una cucina che parte dalla tradizione e la rivisita attraverso abbinamenti ricercati capaci di esaltare sensi e palato.
Il plus? La vista sul giardino zen, attraverso la scenografica vetrata della sala, riconcilia con il mondo e sublima la raffinatezza della location.
Innovativo anche il servizio Innocenti con te: un percorso degli chef pensato su misura secondo le esigenze dei clienti e recapitato a domicilio, per eventi aziendali o privati.

via Privata della Bindellina, Milano

REDAZIONE PEPITE

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Vi è mai capitato che qualcosa cominciato per caso si sia rivelato con il tempo molto più importante e gratificante a livello personale di quanto si immaginasse nelle più rosee speranze, pur mantenendo il suo spirito giocoso e gioioso?
Sicuramente accade più spesso di quanto non si pensi, in amore.
In casi davvero fortunati, anche in amicizia.
In altri, più unici che rari, perfino sul lavoro.
Questo è successo durante la mia – tutt’ora in progress – avventura dentro alla redazione di Pepite Per Tutti, che è un pò amore (i primi articoli di Pepite, ricordo bene, li leggevo con gli occhi a cuoricino), un pò lavoro (perchè la professionalità, quando si collabora, è imprescindibile) e moltissimo amicizia.
Un pezzettino di famiglia creativo e coeso, per il quale mi sento davvero piena di gratitudine.

LA NATURA, LIGURE E CHIC

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Nel post di giugno definivo la Liguria uno dei miei luoghi del cuore, un pezzo di casa e di vita speciale.
Grazie alla segnalazione di un’amica (andate a sbirciare il suo blog che profuma di mare e buona tavola) in uno dei nostri weekend abbiamo avuto la possibilità di compiere una piccola deviazione e immergerci letteralmente in una favola, a pochi km dal mare.
L’agriturismo Valleponci offre una location piena di fascino in cui elementi naturali come il bel pergolato e il pavimento di ghiaia sotto ai piedi si mixano con lampadari antichi in cristallo, tavoli e sedie anni ‘50/60, stoviglie retrò sapientemente spaiate.
L’incantesimo si completa con pane e pasta fatti in casa e un menu che propone piatti della tradizione locale – come i testaroli e il coniglio alla ligure – non senza qualche guizzo di originalità.
Non mancate di mettere nel bagagliaio qualche bottiglia del Pigato di loro produzione, l’Eretico Giallo, vino bianco dalle note minerali e dal sapore corposo, perfetto per le cene d’estate.

Val Ponci 22, Verzi, Finale Ligure (SV)

MILANO-OTRANTO, IN UNA CENA

cannelaleconfetti_julygram_ristorante_moscara_milano
Uno dei plus indiscussi della cucina italiana è poter contare su una varietà immensa di specialità regionali, una vera e propria traversata di sapori da nord a sud.
A volte, per compiere questo viaggio gastronomico non c’è nemmeno bisogno di fare la valigia: a portare la Puglia direttamente a Milano ci ha pensato il ristorante Moscara Terra D’Otranto.
Ordinate il piatto di crudi (eccezionali) perchè vi sia portato in tavola tutto il profumo e l’aroma del Mediterraneo, proprio quello con cui si desidera rintemprarsi quando ad agosto si è bloccati in città.
Per una cena diversa dal solito consiglio di provare le pizze preparate con farina biologica e integrale, lievitate naturalmente e cotte nel forno a legna, guarnite con gli ingredienti più tipici del Salento.

via Spartaco 37, Milano

Filed Under: scatti di vita

Scatti di vita: maygram

6 Giugno 2017 by Margherita Daverio 15 Comments

Complice la festa della Repubblica che, cadendo di venerdì, ci ha regalato un provvidenziale weekend lungo “Scatti di vita” questo mese arriva trafelato come il Bianconiglio, in perenne lotta contro l’orologio.

FELICI CASI DI OMONIMIA

PIZZA_NAPOLETANA_MARGHE_MILANO
Quella tra me e la pizza è una storia d’amore solida, monogama e di lunga data.
Ricordo ancora le ineguagliabili farfalle nello stomaco quando la mamma annunciava, tipicamente di sabato, “bambine, oggi mangiamo la pizza”.
Mi piace quella napoletana, con il cornicione alto e soffice e la pasta sottile. Potrei mangiarne tranquillamente due di seguito, e non sono molte le cose di cui potrei affermarlo con la stessa sicurezza.
Ho partecipato con grande entusiasmo, quindi, a una sfida all’ultimo fotogramma tra blogger, tutta al femminile. La serata ha visto molti magnifici scatti e altrettante numerose vittime… tutte lievitate a lungo, cotte a puntino e condite in modo sublime, con ingredienti di primissima qualità.
La pizza di Marghe ha indiscutibilmente fatto breccia nel mio cuore.
La trovate in via Cadore 26 o in via Plinio 6.

YOGA WITH A VIEW

V3_yoga
A inizio mese ho avuto la possibilità di rintemprarmi con un momento sporty super esclusivo: V3raw, locale milanese healthy in cui mi coccolo spesso in pausa pranzo tra cibo super fresco e proposte bilanciate, ha studiato insieme alla trainer Beatrice Mazza delle sessioni di yoga molto speciali.
Rivolte anche ai neofiti, le lezioni di yoga dinamico base offrono – oltre a una vera iniezione di benessere fisico e mentale – due ulteriori plus: la location, una terrazza mozzafiato con vista sul centro di Milano, e il post work out allietato dagli estratti vitaminici freschi e gustosi, una delle punte di diamante del V3raw.
Seguiteli su Facebook per non perdere le prossime date in calendario.

I LOVE L’OV

lov_milano
A Milano c’è buon gusto a profusione, ammettiamolo; la città pullula di posti davvero molto belli a livello estetico, purtroppo spesso non all’altezza per quanto riguarda l’offerta gastronomica.
Quando esco a pranzo o a cena il cibo è una componente determinante e piatti insufficienti (magari accompagnati da un servizio pessimo) seppur gustati all’interno di una cornice incantevole mi lasciano comunque l’amaro in bocca.
A volte per fortuna capita di trovare location deliziose da cui, oltre che con la vista, si esce con le papille gustative appagate. E’ il caso di L’OV, locale dal sapore newyorkese in cui architettura, arredi e complementi sono curati in ogni minimo dettaglio (perfino la toilette è classy e ricercata).
Io lo amo molto per concedermi una colazione lenta a pane, burro e marmellata o una soffice omelette.
Se non ci siete mai stati, per il vostro battesimo vi consiglio di non indugiare sul menu e ordinare sicuri i tagliolini alla carbonara, loro cavallo di battaglia.

PAUSA DETOX DA SOULGREEN


Una sorta di oasi nel cuore di una delle zone più frenetiche della città: Soulgreen sorge ai piedi dei recenti grattacieli di Porta Nuova, in Piazzale Principessa Clotilde, e offre la possibilità di concedersi una sosta riossigenante in un ambiente che profuma di natura.
La filosofia che anima il locale è quella di una ristorazione “plant based“, che non prevede dunque l’utilizzo di prodotti animali o derivati. Le opzioni 100% vegan e gluten-free del menu spaziano da ricche e coloratissime insalate, alle ormai celeberrime bowls ispirate ai sapori del mondo (io ho provato la lebanese, e la prossima sarà la mexican!) da accompagnare a variopinti smoothies in cui galleggiano fiori.
Esperienza da non perdere il tagliere di formaggi vegani, preparati a base di anacardi.

SAY CHEESE(CAKE)

cheesecake_cannellaeconfett
Concludiamo in dolcezza con uno dei miei cavalli di battaglia, la NY cheesecake.
Per i dolci americani ho un debole, anche se trovo che la maggior parte delle volte sia meglio ignorare ingredienti e dosi e continuare a dormire sonni tranquilli con la propria fetta di red velvet pacificamente depositata lì, tra addome e glutei.
Questa ricetta infallibile – e umanamente sostenibile dal punto di vista calorico – prevede la cottura del dolce in forno e la guarnizione con marmellata e frutti di bosco freschi.
Non la preparavo da un pò, a onor del vero, ed è stata una gioia riproporla per una dolcissima serata ladies only.
Perfetta per essere realizzata in anticipo e servita come fresco (seppur ricco) fine pasto, trovate perfino la mia videoricetta. Non avete proprio scuse per non farla!

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Scatti di vita: New York edition

10 Maggio 2017 by Margherita Daverio 12 Comments

Trattandosi della seconda volta in città, dopo una vacanza estiva piuttosto lunga tre estati fa, nel nostro recentissimo viaggio a New York avevamo già smarcato la maggior parte della to-do list tipica del turista di prima maniera.
Senza la frenesia del “questo va fatto/visto per forza” abbiamo potuto dedicarci a esperienze meno mainstream, attraverso le quali respirare un pò di autentica NYC life.
Molte le ho trasmesse in diretta su Stories, tra quelle pubblicate invece ve ne racconto alcune un pò più in dettaglio, ancora con un piede nella sindrome della nostalgia del viaggiatore… e un altro nel jet lag!

A VERY SPECIAL POINT OF VIEW

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Posta al centro dell’East River, la Roosevelt Island è una piccola isola della lunghezza di circa 3km composta da una sola strada chiamata appunto Main Street.
Raggiungendola in pochi minuti con la Roosevelt Island Tramway, la funicolare che la collega a Manhattan, vi sarà possibile godere di un panorama privilegiato durante il tragitto: affacciatevi sul retro del vagone e guardate l’Upper East Side allontanarsi dall’alto dei 76 metri del vostro viaggio.
Due lati positivi non trascurabili, in aggiunta alla bellezza dell’esperienza: per utilizzare il servizio è sufficiente il biglietto standard della metropolitana e, trattandosi di un trasporto pubblico destinato quindi non (solo) ai turisti, la frequenza delle corse è fitta e quasi ininterrotta (6 AM – 2.30 AM).

NOT ONLY IN JAPAN

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Una volta scesi a Roosevelt Island, sgranchite le gambe con una passeggiata lungo l’Hudson, ammirando lo skyline della città che non dorme mai avvolti dal silenzio quasi surreale dell’isola.
Se avete la fortuna di capitarci nel pieno della primavera, le rive del fiume saranno adornate da una romantica e ipnotica distesa di ciliegi in fiore.
Se poi fate in modo di visitarla al tramonto, lo spettacolo mozzafiato è garantito al 100%.

FRIES, WITH CAPITAL F

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Il mio tallone d’Achille, il piatto a cui non potrei dire di no nemmeno sotto tortura, la sostanza di cui sono fatti i miei sogni: indubbiamente loro, le patatine fritte.
Mi piacciono croccanti, asciutte e sottili, le mangio da sempre e mai smetterò per nessun motivo al mondo.
Si aggiudicano ufficialmente l’oscar per le migliori fries assaggiate in vita mia (e credetemi se vi dico che ne ho mangiate TANTISSIME una discretà quantità) quelle di Nickel & Diner: fritte alla perfezione, lunghe e strette, servite con una spolverata leggera di erbe aromatiche e parmigiano – che mai avrei pensato potesse sposarcisi così bene.
Degni di merito anche gli altri piatti del menù brunch (sto già pensando a quando replicare la mia bowl di kale, quinoa, azuki, avocado e crema di patate dolci) e la location piena di luce: un indirizzo da segnare!

WESTFIELD WORLD TRADE CENTER

westfield new york
Inaugurato ad agosto 2016, è il centro commerciale più grande della città; sorge all’interno di Oculus, il nuovo Transportation Hub deputato a smistare gran parte del traffico in arrivo e in partenza nella stazione di World Trade Center, composto principalmente dai pendolari del Financial District e di Wall Street.
L’architetto spagnolo Calatrava ha dato alla struttura la forma simbolica di due imponenti ali, come quelle di una fenice in resurrezione dalle ceneri di Ground Zero.
Anche se non siete tipi da centro commerciale, vale la pena fare un salto a Westfield per restare a bocca aperta davanti al maestoso progetto architettonico e godere dell’offerta, ancora in espansione, della dining court (a me ha rapito il cuore una pasticceria – o forse dovrei dire gioielleria – giapponese, mignon ma fornitissima).

GOOD FOOD, GOOD MOOD

eggs benedict new york
Chiudiamo in bellezza con una delle ricette irrinunciabili per un’american breakfast con tutti i crismi: le eggs Benedict.
Se non c’è colazione made in US in cui manchi un piatto a base di uova, queste cotte pochè, annegate nella salsa olandese e posate su un croccante english muffin tostato insieme a una seconda proteina a scelta (tipicamente bacon, prosciutto o salmone affumicato – ma la vera bomba sono le crab cakes) sono davvero una prelibatezza.
Squisite quelle di Sarabeth’s (in città ce ne sono diversi, il mio preferito per location e cibo è quello dell’Upper East Side), gastronomicamente parlando uno dei posti in cui fare doverosamente una puntatina ogni volta che si è a NY.

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Scatti di vita: marchgram

4 Aprile 2017 by Margherita Daverio 12 Comments

Ultimamente l’aggiornamento delle ricette latita, lo ammetto.
Il problema è che non cucino molto e le volte che lo faccio non ho l’occasione o la voglia di fotografare.
Quello che non manca però è mangiare, anche fuori dalla mia cucina: vi racconto questo (e altro) nel mio marzo.

THE BEST CHIRASHI IN TOWN

chirashi_poporoya
Sul sushi, come sulla pizza e il gelato (e in generale su tutte le cose che mi fanno perdere la testa) sono intransigente e poco aperta alle vie di mezzo: quando lo mangio, lo voglio buonissimo.
Un nome una garanzia è Shiro, il vero primo cuoco giapponese di Milano che nel 1987 ha fondato il Poporoya: un negozietto di alimentari nipponici doc, con un piccolo bancone e poche sedute nel retrobottega dove gustare piatti espressi e pesce freschissimo. Le regole qui sono finalizzate ad accontentare il maggior numero di persone possibile, compatibilmente con le dimensioni del locale: si ordina prima di sedersi, si mangia rapidamente e si cede il posto ai prossimi non appena terminato il proprio pasto.
Se come me siete di quelli che amano prendersela con calma a tavola, vi consiglio il take away; non c’è nemmeno lo svantaggio del cibo che si raffredda, al contrario potrete gustare comodamente a casa un superlativo chirashi (davvero il numero uno mai assaggiato), magari accompagnato a un calice del vostro vino bianco preferito.

MA QUALI ROSE ROSSE?

adidas_sneakers
Datemi mazzi di scarpe!
Se, come si dice, Cenerentola è la prova che un paio di scarpe può cambiarti la vita io voglio darmi tante opportunità. Stiletto killer, ciabattine decoratissime, sneakers a tutto colore (se rosa, meglio ancora): non c’è selezione all’ingresso per la mia scarpiera, nemmeno la scomodità frena l’arrivo di un nuovo paio.
Sono tutte ben accette, con una sorta di tappeto rosso immaginario, purchè siano belle e mi facciano sentire bene… mal di piedi a parte, che quello è un problema sopravvalutato.
Al momento, metà del mio cuore se l’è conquistato Adidas con il suo rispolvero progressivo di tutti i modelli cool di quando ero sbarbina. Ed è subito anni ’90!

A TUTTO VAPORE


La prova costume si avvicina e per le cene tra amiche emerge la necessità di diradare orge di french fries e Cosmopolitan lasciando spazio a opzioni più salutari?
A me è corso in aiuto That’s Vapore, locale i cui piatti sono tutti accomunati dal metodo di cottura per eccellenza più leggero e salutare: il vapore, appunto.
Dal bancone si sceglie sceglie il proprio cestino (di carne, pesce o vegetariano) che viene cotto espresso; in alternativa ci si può affidare alle proposte del giorno, zuppe o insalate a base di ingredienti di stagione.
Io consiglio spassionatamente il cestino di gamberi e salmone al pepe rosa che, nonostante il suo aspetto “innocuo” e fighetto, mi ha saziata parecchio.

IN QUESTA CUCINA NON SI CUCINA

mantra_zoodles
Così recita la vetrofania di Mantra Raw Vegan, l’ultimo dei ristoranti vegani crudisti che ho provato.
Volevo assaggiare l’avotoast, di cui avevo sentito meraviglie, ma alle 13.30 era già terminato; ho ripiegato quindi su degli zoodles di zucchina conditi con pesto di pistacchio, davvero gradevoli.
L’atmosfera è luminosa e rilassante, sa di contatto primordiale con la natura. Mentre si mangia si ha l’eccitante sensazione di farsi del bene.
Unica pecca, i lunghi tempi di attesa anche a locale mezzo vuoto fanno sì che l’effetto detox di mente e spirito cozzi un pò con gli inevitabili tempi serrati della pausa pranzo.
All’entrata del locale non perdetevi la sezione market in cui ci può riempire – a self service – il proprio eco-sacchetto con frutta secca, semi, tisane, chips di verdura e tanto altro, tutto a marchio Mantra.

TAKE IT SLOW


Ho già fatto outing più volte (e sono stata ampiamente rimproverata) sul fatto che durante la settimana la mia colazione – se così si può chiamare – si riduce a uno yogurt magro consumato intorno alle 11 davanti al pc.
Nel weekend, però, la storia cambia: amo iniziare la giornata prendendomi del tempo, premiarmi con le mie golosità preferite, assaporarle con lentezza e intensità.
Nonostante appena sveglia io sia molto poco socievole e abbia la nonchalnche di un vampiro nel separarmi dalle tenebre della mia camera da letto, una volta in moto mi piace scegliere posti pieni di luce (e tranquillità) per iniziare la mia giornata; niente rumore di piattini sbattuti, niente ressa, solo cuori ancora mezzi addormentati come me, con una rivista da sfogliare e qualche briciola sulle labbra ad adornare i sorrisi rivolti alla propria metà dall’altro lato del tavolo.
Secondo solo al balcone di casa in primavera, quando l’aria è ancora frizzantina e tutto intorno sa di pace, è per me il Cafè Gorille, luogo che a metà mattina mi restituisce quel senso di quiete e intimità capace di avviare con gentilezza la mia giornata.

Filed Under: scatti di vita

Scatti di vita: februarygram

7 Marzo 2017 by Margherita Daverio 18 Comments

Let’s wok, a domicilio

Uno dei veri lussi di essere una millenials, lo confesso, è poter contare su una delle invenzioni più rivoluzionarie per alleggerire/colorire/far svoltare la quotidianità: il delivery. Recentemente poi, grazie al proliferare di ecologici e spericolati fattorini in bicicletta (ma anche di vecchi Booster che su due ruote ormai ci stanno per scommessa) l’offerta si è ampliata rispetto alla dicotomia pizza VS cinese e, volendo, ci sarebbe da provare ogni sera qualcosa di diverso. Son sacrifici, eh.
Ho potuto così innamorarmi, come se la mia situazione sentimentale culinaria non fosse già sufficientemente popolata, di un nuovo concept speciale per una pausa pranzo gustosa e salutare o per una cena casalinga colorata, tutta birra e divano.
Let’s wok propone ingredienti di alta qualità, sapientemente mixati e cotti nella wok, la padella che non teme rivali in Oriente ed è ormai diffusissima anche da noi. E’ possibile scegliere tra sei combinazioni pensate dallo chef o destreggiarsi tra ingredienti e salse per confezionare il proprio cartoccio tailor made.
Io mi sentivo creativa e il mio riso integrale con salmone, verdure miste, germogli, anacardi, salsa di soia al miele e semi di sesamo mi ha talmente saziata e deliziata da convincermi subito a consigliarlo qui.

La colazione a letto

Ok, ok, faccio outing: anche io ho una perversione tra le lenzuola, come tutti.
La mia è senza dubbio mangiare a letto!
Piacere con il gusto del proibito che mi affascina fin da bambina, unica nota positiva di quando l’influenza mi metteva ko.
Certo, l’appetito era quel che era e il menù in piena linea con il mio status di “malata”, ma vogliamo mettere l’appeal acquisito da carote lesse e ricottina se servite dalla mamma su un bel vassoio (che lei alla mise en place ci tiene sempre) e gustate tra la comodità e il caldo del piumone?
Specialmente quando papà, intenerito, ci aggiungeva un paio di baci di dama. Del resto, lo sanno tutti che per guarire servono energie.
All’Università, vivendo da sola, penso di aver consumato sul letto la maggior parte dei miei pasti (anche perchè ero sprovvista di divano) che consistevano di solito in un trancio di pizza fredda o in grissini con il prosciutto crudo avvolto sopra; mi rendo conto, il grado di imbruttimento di queste immagini è notevole, ma se di confessione si tratta s’ha da essere sinceri fino in fondo.
Oggi il massimo che mi concedo è un espresso, rigorosamente amaro; eppure, sorseggiato tra le coperte, il mio caffè ha un che di eccezionale.

I panini di Pescaria

Ho già detto più volte che del vivere a Milano amo il costante fioccare di nuove aperture (e purtroppo in alcuni casi anche chiusure, ciao LadyBu ciao) tra cui destreggiarsi nel riempire le caselle di serate libere e weekend.
Poco sensibile al “così fan tutti”, nello scegliere i locali da provare normalmente faccio prevalere le vili ragioni del palato al puro essere di moda; perfino l’instagrammabilità è un criterio che trascuro spesso (e qui ne faccio pubblica ammenda) diffidendo da locali belli belli in modo assurdo ma che portano poca sostanza/ricerca nel piatto o investono scarsa attenzione/cortesia nel servizio.
Per fortuna, però, capita anche di uscire appagati da un posto forte sui social: per me è stato il caso di Pescaria, ristorante/paninoteca di pesce sbarcato al cospetto della Madunina da Polignano a Mare, sulla bocca (e le agende) di tutti da mesi.
Intendiamoci, non è tutto oro ciò che luccica: ho atteso, di lunedì sera, il mio panino per ben 50 minuti. Roba da calo glicemico, insomma.
Al primo morso di michetta, morbida e fragrante allo stesso tempo, farcita con spinacino, gamberoni al ghiaccio, pancetta Santoro croccante, chips e stracciatella – tuttavia – la vocina nel mio cervello non ha lasciato margini di contrattazione. “Tu qui ci tornerai“, intimava.
E infatti, ci sono tornata. E ci tornerò.

Il piatto quadro del Joia

Avete sempre pensato che i ristoranti stellati siano riservati solo alle occasioni super speciali (o ai portafogli parecchio imbottiti)?
Nein! Attraverso piccoli accorgimenti è possibile sperimentare l’alta cucina a prezzi low.
Io lo faccio spesso da Joia, il mausoleo milanese dell’arte culinaria vegetariana a firma di Pietro Leeman.
Nei giorni infrasettimanali, durante l’orario del pranzo, è possibile sedersi nella zona bistrot e scegliere tra le proposte del giorno (un antipasto, un primo e un secondo). I menu – che comprendono sempre un’insalatina di benvenuto, acqua e caffè – sono tre: bastano 12 euro per un piatto singolo, 14 per un piatto unico con due delle tre portate e 15 per un piatto unico con un assaggio di tutte e tre le portate.
Di categoria superiore, rimanendo sempre accessibile, l’opzione piatto quadro (un esempio in foto): 25 euro per quattro assaggi salati e uno dolce, con un’attenzione all’impiattamento che soddisfa la vista prima del palato.
Anche in queste occasioni lo chef si aggira per il locale e, se si è seduti nella sala in fondo al ristorante, è possibile osservarlo direttamente con le “mani in pasta” attraverso la cucina a vista.

Nuove scoperte: il ristorante Les Amis

Chiudo in bellezza raccontandovi del ristorante Mes Amis attraverso un’istantanea del suo meraviglioso carpaccio di branzino con carciofi, in cui freschezza e delicatezza si fondono per realizzare un piatto dagli equilibri perfetti.
La specialità del locale, nemmeno a dirlo, è la “pasta Mes Amis”: mezze maniche alla luganega sgrassata e tartufo, mantecate in una forma di parmigiano che viene fiammeggiata con alcool alimentare sotto gli occhi meravigliati degli ospiti.
In cucina lo chef abruzzese Antonio Linguini, che vanta un passato da allievo di Sergio Mei – executive chef dell’hotel Four Seasons di Milano – propone piatti di carne o pesce con un occhio alla convivialità: portate come la Chateaubriand o l’ossobuco consentono di riscoprire la bellezza di un piatto di portata che – nel dividersi tra i commensali – li unisce, sublimando la cena in un piacevole momento di scambio e condivisione.
Da riprovare presto, magari approfittando della futura aggiunta del dehors (che ci piace sempre tanto)!

Filed Under: scatti di vita

Scatti di vita: januarygram

1 Febbraio 2017 by Margherita Daverio 18 Comments

Sfumature di Cipria

Cercare regali è per me una dolce incombenza: mi piace investire su quel lavoro di ricerca, raffigurarmi un oggetto o un’esperienza nelle mani e nella vita del suo destinatario, immaginarne il sorriso, l’utilità, il piacere.
Ci sono poi casi particolari in cui trovare qualcosa di speciale non è un’opzione ma un dovere. Perchè se in ballo c’è un sorriso in più sulle labbra di chi ti ha messa al mondo, non c’è piano B che regga: quel dono dev’essere semplicemente bellissimo.
Dato che con mia mamma condivido l’amore viscerale per le decorazioni per la casa e la tavola, specialmente quelle dal sapore invernale, mi sono affidata alle sapienti mani e allo spiccato buon gusto di Chiara di Sfumature di cipria, flower designer abilissima nel coniugare, come in un gioco di prestigio, carattere rock e nuance romantiche; creazioni mai deludenti e tanto meno banali per qualsiasi tipo di evento, da wedding a eventi aziendali, fino alla realizzazione di oggetti decorativi e composizioni per ricorrenze speciali.

Margherita e la pasta

Su queste pagine ho fatto outing più volte: io di pasta non ne mangio.
Non mi entusiasma se preparata a regola d’arte, diventa per me proprio immangiabile se cotta non perfettamente al dente; se ci aggiungiamo la mia estrema avversione per tutti i sughi che hanno come base il pomodoro non è difficile credere che non la toccavo – senza sforzo alcuno – da circa 4 anni. Avete letto bene, quattro.
A interrompere questa mia disinvolta astinenza è arrivata con tenera prepotenza la sora Giulia, una donna schietta e senza fronzoli che gestisce una piccola osteria, di quelle con i piatti sbeccati e le tovaglie a quadretti, a Trastevere.
Dopo aver decretato che “questa è troppo secca, vuol dire che non mangia abbastanza” ci ha schiaffato sul tavolo D-U-E-C-E-N-T-O-C-I-N-Q-U-A-N-T-A grammi di carbonara. Con il rigatone cotto ad arte, il guanciale rosolato a puntino e il condimento d’uovo e pecorino incredibilmente soffice e cremoso: in un sola parola, perfetta.
Mai avrei detto che un piatto di pasta potesse rendermi così felice.

Hostaria La Botticella
vicolo del Leopardo 39/A Roma
Tel. +39 06.5814738

Rilassati, gusta e innamorati

Un locale delizioso, tutto sui toni del black&white, con richiami mediterranei e arabeggianti.
A scaldare l’atmosfera, diversi oggetti artigianali decorativi di alto livello e fiori/piante stagionali disponibili per la in vendita (devo specificare che la brocca in ceramica da cui ci è stata versata l’acqua è venuta a casa con noi? E’ stato amore a prima vista).
La formula brunch a 25 euro è pensata per una tarda colazione/pranzo leggero, senza piatti elaborati ma con prodotti di qualità e tante opzioni VEG a buffet, oltre a una portata calda servita al tavolo e a una fetta di dolce – che non deve mai mancare, specialmente la domenica.
La ricetta che ho fatto assolutamente mia? Un’insalata freschissima con germogli, fette di arancia e pompelmo, nocciole tostate e semi di girasole.

Viale Piave 17
Tel. 02.76340504

Aperitivi e cene tailor made

Una giornata impegnativa, il frigo vuoto, il cielo chiaro fino a tardi e l’aria frizzantina: qualsiasi occasione è buona per improvvisare un’uscita dopo l’ufficio in settimana.
Ditemi però che anche a voi capita di tergiversare sul da farsi, perchè siete vestiti troppo o troppo poco formali, perchè non sapete bene se quel languorino delle 18.30 si trasformerà in un vero appetito.
In questi casi a spazzare ogni dubbio arriva Gesto: un locale dal sapore industrial-chic in cui piattini a base di carne, pesce o vegetariani si possono accompagnare a una nutrita lista di vini al calice.
Ognuno può modulare la propria serata, da aperitivo a vera e propria cena, secondo i singoli appetiti; i sapori sono ricercati, con influenze provenienti dalle tradizioni culinarie di tutto il mondo e il prezzo di ogni tapas è compreso tra i 3 e 7 euro.
E quale modo migliore di scaricare la pressione lavorativa se non tornare un pò bambini, scrivendo le proprie ordinazioni con il gessetto su una piccola lavagna? Tutto da Gesto è volto a ridurre l’impatto ambientale dei propri consumi, per un’esperienza godibile e sostenibile.

Via Giuseppe Sirtori 15
Tel. 02.201006

Tre maestri a Milano: Hokusai, Hiroshige e Utamaro

Uno dei privilegi del vivere a Milano è senza dubbio l’offerta di esperienze culturali da cui attingere a piene mani. Nonostante non sia certo un’esperta di arte giapponese subisco da sempre il fascino delle xilografie, a partire dalla celeberrima Grande onda, una delle indiscusse regine del merchandising di ispirazione artistica (ricordo bene la prima volta che l’ho vista, riprodotta sulla copertina del mio quaderno di scienze in prima elementare).
Approfittando dell’apertura prolungata del giovedì sera, compiere il mio piccolo tuor tra le duecento opere esposte – con il naso tremendamente vicino ai vetri protettivi per scrutarne i più minuziosi particolari – mi ha fatta davvero viaggiare lontano.

Filed Under: scatti di vita

Scatti di vita: decembergram

9 Gennaio 2017 by Margherita Daverio 8 Comments

Redazione a colazione


Una reunion fatta di risate, foto meravigliose (grazie a una splendida garanzia chiamata Dany), cappuccini freddi, calici di Prosecco, unghie rosse.
Due padroni di casa che hanno generosamente aperto le porte del proprio affaccio sul mondo, costruito con dedizione e impegno, a un’intera redazione.
Una fucina di idee e opportunità, una squadra di teste pensanti e caratteri definiti uniti a un’armonia sorprendente tanto è rara.
Un luogo dove viene dato spazio ma anche supporto, perchè nessuno si senta mai incerto o solo.
Il grande regalo di quest’anno (che con me non è stato tanto tenero, diciamolo).

Le stelle, in Duomo


Una delle cene più deliziose degli ultimi tempi, quella da Felix Lo Basso.
Location esclusiva, pulita ed essenziale collocata all’ultimo piano del TownHouse Duomo Hotel, sulla terrazza di Galleria Vittorio Emanuele II. Arredi bicromatici in bianco e nero (i miei colori del cuore, non solo nell’interior design) che richiamano i marmi del Duomo su cui i 35 commensali ospitati dal locale hanno vista decisamente privilegiata.
Il menù degustazione Passione e intuizione è perfetto per una prima ma rapida immersione nella cucina dello chef; in foto uno dei piatti che ho più adorato, astice e lingua di vitello su crema di patate alle erbe con salsa allo champagne. Da segnalare anche il celeberrimo risotto alla parmigiana, già piatto di punta ai tempi dell’Unico: provate a mangiarlo a occhi chiusi e vi sembrerà di assaporare una perfetta parmigiana di melanzane (uno dei miei piatti preferiti in assoluto)!

Un tripudio di luci


Non perdo occasione per ricordarlo, metà del mio cuore ha la residenza in Alsazia.
Nel piccolo paese d’origine del mio nonno paterno un signore di mezza età mi contende il primato di “insidia al contatore” durante il periodo natalizio.
Impossibile non fermarsi ad ammirare a bocca aperta questa casa rivestita di luci che, nonostante l’abbondanza, riesce a mantenere un certo charme.

Colazione senza orari


Coccolarsi è un obbligo durante queste giornate di fine anno, specialmente se si è già dovuti rientrare al lavoro e le feste sembrano già soltanto un ricordo. Una colazione, di quelle di lusso, consumata comodamente sui divanetti dell’hotel Bulgari è la soluzione per calarsi nuovamente in un’atmosfera festosa fatta di lucine e calore.
Non ci sono impegni o orari che tengano, qui il menu breakfast è disponibile 24 ore su 24, perchè durante le vacanze puntare la sveglia è un sacrilegio.
Due proposte di menu, europeo (35 euro) e americano (40 euro): entrambi comprendono – oltre a tè/caffè e a un spremuta fresca a scelta – una selezione di brioche servite ancora calde, latte e yogurt con granola e frutta fresca e un assortimento di pane, burro e marmellate. La formula “american” include inoltre un piatto di uova a scelta.

via Privata Fratelli Gabba 7B, Milano
Tel. 02.8058051

L’albero di sfoglia


Fare l’albero in famiglia è sempre stato un rito, un momento di condivisione, una sorta di linea maginot che divideva il Natale dal resto dell’anno. Da quando ho una casa tutta mia l’ho preteso via via sempre più grande e più carico di decorazioni, tanto da sfidare la forza di gravità!
Il fascino dell’albero ha fatto breccia anche nel mio palato e nonostante vari malanni di stagione mi abbiano sfortunatamente tenuta lontana dalla cucina (che tanto amo vivere durante le feste) ho potuto prepararne una versione in pasta sfoglia: un antipasto per tavolate numerose, dal sapore intensamente natalizio!
La mia versione prevedeva patè di olive e Lerdammer stagionato perchè pensata per la mia sorellina vegetariana; sono certa che con una farcitura a base di salumi sarà altrettanto delizioso.
Ricetta e spiegazione dettagliata a casa della mia amica Simona.

Filed Under: scatti di vita

Scatti di vita: novembergram

24 Novembre 2016 by Margherita Daverio 12 Comments

Alla faccia dei buoni propositi per l’anno nuovo, io approfitto degli ultimi due mesi del 2016 per lanciare una rubrica che porti su questi schermi un pò della mia instant life.
Il blog e i social collegati raccontano diverse facce della mia stessa medaglia, ciascuno in modo differente e personale; mi piace diversificarne i contenuti, i tempi, un pò anche il linguaggio.
Su Instagram in particolare colleziono immagini di cibo, nuovi locali, posti e persone del cuore, momenti di vita per cui la sintesi di una caption non basta.
Inauguro quindi Scatti di vita, una tutt’altro che obiettiva e certamente opinabile selezione mensile dei 5 post del mio feed Instagram che mi sta più a cuore portare anche su queste pagine.

Il Roots brunch

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Il mio novembre è iniziato con un brunch ospite dallo chef Vezzoli, che nel suo T bistrot propone ogni domenica il Roots brunch: portate innovative e stuzzicanti che hanno le radici come minimo comun denominatore.
Locali e internazionali, note o meno, tutte indubbiamente benefiche per la salute.
Patata dolce, magnoca, pastinaca, topinambur, sedano rapa, rafano, energinger fino ad arrivare al re tartufo.
Sono stata particolarmente conquistata dall’aneddoto, raccontatomi dallo chef, che ha scatenato l’idea del Roots brunch: la storia di una nonna che in tempo di guerra aveva trascorso un mese nascosta nei boschi con i nipoti cibandosi esclusivamente di radici commestibili.

Via Filippo Corridoni 10, Milano
Tel. 02.22198060

Il #Vealday

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Qualche giorno dopo ho proseguito con le esperienze gastronomiche di livello partecipando come inviata del #VealDay presso la Trattoria Ferrelli e assaggiando – tra gli altri piatti – il cubo di vitello al fumo cotto a bassa temperatura e patè bellavita, mosto cotto, granella di taralli e melograno di Nicola Ferrelli.
Protagonista della rassegna gastronomica è stato appunto il vitello, uno dei cardini della cucina meneghina, interpretato, rivisitato e proposto con piatti creati per l’evento dai venti ristoranti aderenti all’iniziativa di Gourmet Social Club.

Via Carlo Farini 6, Milano
Tel. 02.29060440

Le scarpe del mese

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Chi mi conosce sa già della mia propensione alle scarpe vistose nonchè del mio innato talento nel selezionare la scarpa sbagliata in base alle condizioni metereologiche e al programma della giornata.
Immaginate il luccichio negli occhi quando il corriere mi ha consegnato la scatola del mio ultimo acquisto compulsivo on line, un paio di chanel appuntite Cenerentola style perfetta per le feste – e non solo.
Impossibile resistere alla tentazione di provarle immediatamente e farmi un selfie allo specchio (il fatto che la gonna che indossavo facesse pendant va archiviato alla voce botte di culo).

Divinum.wine

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Una delle cose che adoro di più sono le cene casalinghe tra amici a base di salumi e formaggi, quelle dove è un piacere indugiare tra l’ultimo boccone di parmigiano e l’ennesimo sorso di vino, in un’atmosfera intima e calda.
Una delle più recenti che ho organizzato mi è stato fedele alleato Divinum wine, un nuovo progetto di e-commerce tutto dedicato al vino, frutto di un amore profondo per il settore e di un accurato lavoro di ricerca. Ho sposato immediatamente la mission di rendere democratico l’amore per il buon vino, valorizzando produttori poco conosciuti che realizzano vini qualitativamente elevati e li commercializzano a un giusto prezzo.
Se volete provarlo, fino al 31/12/2016 inserendo il codice BLOGPASS si riceve la spedizione gratuita su qualsiasi importo.

V3Raw

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Per chiudere in bellezza i bagordi e prepararmi a un ultimo rush detox propedeutico all’incombente orgia gastronomica natalizia, ho sperimentato con gioia la colazione healthy proposta da uno dei posti che adoro di più in questo momento: V3Raw. Anche se la combo cappuccio&brioche ha sempre il suo fascino, apprezzo moltissimo alternative più leggere e salutari come gli yogurt homemade (anche di soia), i toast di pane integrale, i diversi dolci disponibili in versione gluten-free e vegana.
La vera chicca però sono gli #HealthyHotDrinks: Energy Milk, Matcha Latte e Caffé Bio filtrato all’Americana e il super trendy Golden Milk; di ispirazione ayurvedica, a base di latte, curcuma e miele è noto per le sue proprietà benefiche sul sistema immunitario, il metabolismo e l’equilibrio intestinale.

Via Lazzaro Spallanzani ang. Regina Giovanna 16, Milano

Filed Under: ricette, scatti di vita

Cannella e Confetti

Margherita Daverio, alias Cannella e Confetti.
Classe '84, vivo a Milano e faccio la PR.
Per me cucina è carattere, brivido e poesia.
Sognatrice ad occhi aperti ed eccessiva negli affetti, vivo di istanti e di istinti.
Mi tengo stretta la famiglia, gli errori e i ricordi. Guardando sempre avanti, che la vita non si ferma. E tanto meno io.

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