Cannella e Confetti

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PANETTONE CON UN CLICK: IL RE DELLA TAVOLA DI NATALE, A DOMICILIO

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Un’istituzione vera e propria della tradizione gastronomica lombarda, nonchè il re indiscusso della tavola delle feste: parliamo di lui, il panetùn.
Dolce simbolo della pasticceria meneghina, ha origini che rimandano a diverse storie – più o meno romantiche – ma quel che è certo è che già nel 1500 comparivano tracce sicure della sua presenza.
La profumata cupola lievitata, impreziosita da uvette e canditi, oggi è diffusa e reperibile quasi in tutto il mondo… eppure nessuno ne assaporerà una fetta con uguale trasporto e la stessa dolce nota malinconica dei milanesi.
Nell’incertezza del Natale che ci aspetta, quindi, tra i miei punti fermi c’è proprio lui: mr panettone.
Resta solo da scegliere quale quali acquistare e darmi da fare con l’ordine. Sono certa, quest’anno andrà particolarmente a ruba… abbiamo tutti voglia di quella tradizione che profuma di normalità.

I CLASSICI

Clivati

Nel laboratorio di Clivati, da oltre 50 anni, lievito madre e materie prime di altissima qualità si trasformano in sontuosi panettoni.
Ma anche il classico si innova e quest’anno in particolare lo fa attraverso il panettone al Vermouth e zenzero. Un candito più unico che raro, quello di Vermouth bianco Mancino, ottenuto attraverso una tecnica innovativa che per me resta fascino e mistero.
Insieme a lui, per i golosissimi come me ci sono anche tre versioni da sogno: la tre cioccolati, la marron glacè e la caffè e amaretto.
Si ordina attraverso il sito, via email o per telefono. Le spedizioni sono attive in tutta Italia e nel mondo.

Martesana

cannellaeconfetti_panettone_martesana

Archiviato il classico, con cui non si sbaglia mai, vengo attratta come un’oasi nel deserto dalla versione speciale 2020 al pistacchio e cioccolato, la veneziana ai marron glacès, lo “strudel” (con mela candita aromatizzata alla cannella e da uvetta immersa nel marsala) e il Panetùn de l’Enzo, capolavoro farcito di marmellata di albicocche e copertura fondente (praticamente gusto sacher).
Posso dire senza alcun imbarazzo che non avrei alcuna difficoltà a mangiarli tutti e tre, da sola (ho mangiato più volte una torta intera per cena senza sforzi, ai tempi gloriosi dell’università).
E dato che – soprattutto quest’anno – dovremmo aver imparato che l’egoismo ci fa male alla salute, perchè non partecipare al “Panettone Sospeso”? Per ogni panettone acquistato all’interno dell’iniziativa, uno sarà offerto dalla pasticceria.
Per ordinare il vostro panettone preferito, usate il loro nuovo e-commerce.

Cucchi

cannellaeconfetti_panettone_cucchi

Un’altra firma classica della pasticceria milanese è senza dubbio quella di Cucchi, elegante meta dei golosi della città eletta Locale Storico d’Italia dal 2002. Qui il lievito non smette mai di essere rinfrescato: il panettone è infatti disponibile tutto l’anno.
Oltre alla versione classica si può scegliere quella con crema di marron glacé canditi, leggermente alcolico, quello solo uvetta e moscato e le varietà decorate.
Si puà acquistare e regalare attraverso la piattaforma Cosaporto.

YOUNG, WILD, FREE

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Pavè
Oltre alle versioni classica e al cioccolato, Pavè offre un’idea carina e ormai abbastanza gettonata anche come piccolo gift: quella dei “Panettoni per Due” (o per un single con tanta fame) preparati in vasocottura. Ben 5 diversi gusti: amarena e pasta di mandorle, caffè e cioccolato biondo, limone e gianduia, grano saraceno, pera candita e lampone e quattro cioccolati.
I panettoni si ordinano sul sito e si possono spedire in Italia e Europa. A Milano e hinterland la consegna è gratuita.

Ile douce

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Una pasticceria francese a regola d’arte, di quelle che appena varchi la soglia ti senti con un piede sugli Champs-Élysées, che sforna panettoni? Ebbene sì.
E – potrei metterci la mano sul fuoco – li prepara a regola d’arte, come tutto quello che i pastry chef de l’Ile douce sfornano quotidianamente.
La novità di quest’anno è poi il pandoro, tradizionale a 5 fasi di lievitazione, preparato con le stesse materie prime d’eccellenza del panettone.
Entrambi disponibili da 1 kg e in vasocottura da 280 gr circa, ordinabili a domicilio sul nuovissimo shop on line della pasticceria.

GLI STELLATI

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Cracco
Partiamo da Milano con il panettone di una delle istituzioni gastronomiche della città. La versione classica è affiancata dal panciliegia, preparato con i frutti della tenuta di famiglia, e quella golosissima all’albicocca e cioccolato.
Tutte vendute in una raffinata confezione di latta (un mio grande debole!) sullo shop dedicato.

Berton
In attesa di tornare a godermi il suo inimitabile menù brodi (io che il brodo classico lo detesto!) perchè non dare fiducia alla stella Michelin regalandosi il suo panettone?. Ottime materie prime e nessun conservante, semilavorato, aroma, grasso vegetale.

Cannavaciuolo
Un’intera linea di panettoni dalla lavorazione artigianale con “pirlatura” manuale: oltre al classico, il gianduia, il limoncello e il Vesuvio, guest star dei lievitati, farcito con crema di limone e scorze d’agrumi e glassato al cioccolato bianco con pezzetti di albicocca.

Cambiamo regione (non colore): l’outsider piemontese
Se l’hai provato non lo dimentichi: parlo del ristorante di Matteo Baronetto dello storico ristorante torinese “il Cambio”. E la sua pasticceria non è di certo da meno. Nell’attesa di potersi spostare tra regioni, per fortuna c’è lo shop on line.

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Crumble di pere allo zenzero e cioccolato fondente

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Lo avevo promesso e ogni promessa è debito.
Un paio di settimane fa ho partecipato a una divertentissima sfida di cucina, dal delizioso sapore di serata tra amici, ospite di “La metà di sei“. Ambra, Federica ed Elisabetta organizzano workshop e iniziative dedicate al cibo con grazia e allegria: esattamente le note che hanno fatto da sottofondo a questa Mistery Blogger Night.

Tre squadre di blogger chiamati ad affrontarsi attraverso la preparazione di due primi, due secondi e due dolci.
Gli ingredienti? Come da format, li abbiamo trovati in delle ricchissime e stimolanti Mistery Box firmate Cortilia.
Frutto della mia improvvisazione in cucina è stato appunto questo crumble, semplicissimo da preparare ma allo stesso tempo capace di fare breccia sicura nel cuore di chi lo assaggia.
Addolcendo la bocca e intenerendo l’anima dei giurati, mi ha fatto perfino vincere la gara!

Un dolce che cade a pennello quando si desidera una merenda (ma anche una colazione o – perchè no – un fine pasto) profumata e tiepida, una coccola invernale al cucchiaio perfetta da gustare insieme a chi si ama.

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Photo credits: Claudia Casanova

Ingredienti
per quattro monoporzioni
4 piccole pere kaiser
100 gr cioccolato fondente 80%
150 gr farina 00
100 gr burro
75 gr zucchero
una radice di zenzero fresco
un limone biologico
pinoli qb

Sbucciare le pere e tagliarle a tocchetti. Farle caramellare in padella con un cucchiaio di zucchero, dello zenzero e della scorza e del succo di limone e lasciarle cuocere una decina di minuti (a seconda di quanto sono dure), aggiungendo un goccio d’acqua se necessario. La cottura in padella serve ad ammorbidirle e farle caramellare.
Preparare il crumble unendo la farina, lo zucchero e il burro sbriciolando con le mani il composto, fino a ottenere un insieme granuloso, non compatto.
Ridurre in scaglie il cioccolato con l’aiuto di un coltello e tostare i pinoli qualche minuto su un padellino antiaderente, senza aggiungere grassi.
Disporre le pere sul fondo degli stampi leggermente imburrati, distribuire abbondanti scaglie di cioccolato e coprire con le briciole di frolla.
Cuocere in forno statico a 200 gradi per circa 20 minuti, fino a che la superficie non sarà dorata.
Decorare con scaglie di cioccolato o pinoli tostati, lasciar intiepidire qualche minuto e servire.

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Torta fredda al cioccolato bianco, biscotti al caramello e lamponi

by 8 Comments

L’intimità vera è la tua maglietta inzuppata di lacrime che non devo spiegarti.
Il non sapermi trattenere dal baciarti il lobo dell’orecchio quando ti giri di lato.
Giocare a indovinare cosa ordinerà l’altro quando apriamo un menù al ristorante.
Chiederti di cantare in macchina e tu che rispondi “non conosco le parole”. Ma poi lo fai, a bassa voce.
Non capirsi necessariamente sempre, ma accorgersi subito quando non ci si è capiti. E rimediare.

Sei tu che quando la mattina mi alzo ti sposti dal mio lato del letto.
Sono io che amo sbirciarti mentre fai benzina, e so che lo scopri solo ora.
Sono le valigie, i km, le valanghe di link scambiate via email, la mappa dei nostri ristoranti preferiti su Google.
Sono i nomignoli più assurdi di questi anni e soprattutto quelli che non ci siamo ancora dati.
I tuoi pantaloni a scacchi e il mio pigiama a righe.
Le luci del nostro albero di Natale e i dettagli di casa nostra.
Siamo io e te, che poi siamo di più: siamo noi.

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Questa ricetta è offerta da Everton, gruppo italiano che dal 1980 opera nel settore del tè e degli infusi, garantendo un’accurata selezione delle materie prime e un sistema di confezionamento di alta gamma che ne preservi al massimo l’aroma e la freschezza.
Ho scelto di abbinare al mio dolce una delicata miscela di tè verde al sentore di vaniglia e gelsomino, perfetto per una pausa pomeridiana morbida ed elegante.

Ingredienti
(tortiera diametro 18 cm)
per la base
150 gr di biscotti Lotus al caramello
70 gr di burro salato (o burro normale, più la punta di un cucchiano di fleur de sel)
per la crema
250 gr robiola
250 gr ricotta vaccina fresca
125 gr cioccolato bianco in gocce
90 gr zucchero semolato
3 uova
per guarnire
200 gr lamponi
gelatina spray

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Sciogliere il burro , tritare i biscotti molto finemente con il mixer e unire il tutto creando un fondo sulla tortiera ricoperta di carta forn,o livellando accuratamente con il dorso di un cucchiaio.
Far riposare mezz’ora in frigorifero.
Montare le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.
Aggiungere i formaggi, mescolare bene e montare ancora. Da ultimo, unire le gocce di cioccolato.
Versare la crema ottenuta sul fondo e far cuocere a 180 gradi in forno preriscaldato per 45/50 minuti, a seconda della tortiera.
Quando in cima alla torta si formano delle piccole crepe significa che la crema è cotta.
Far raffreddare fuori dal forno e riporre in frigo per minimo 4 ore. L’ideale sarebbe prepararla il giorno prima.
Guarnire con i lamponi freschi, lavati e asciugati molto bene; completare con la gelatina spray, per lucidare e conservare la frutta.

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Cake ebraico alla frutta secca e cioccolato fondente

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E’ solo quando cadiamo vittime di un raffreddore con la R maiuscola, di quelli che ci murano le narici stile grotta di Ali Babà (e non c’è “apriti Seasamo” che tenga), decretando giornate con i nervi a fior di pelle e notti insonni che mettiamo a fuoco quanto un’attività scontata e innata come respirare faccia scorrere lisce le nostre giornate.
Scado nella banalità, lo so, ma pensare a con quanta naturalezza falliamo nell’apprezzare la presenza ridestandoci solo davanti alla mancanza mi avvilisce.
L’assenza vale la sua pena solo in veste di attesa, quando precede il ricongiungersi a qualcuno. Diventa dolce, nel ricordare una mancanza che è valore.
Ma allo stesso modo volta il lato della sua stessa medaglia se è conseguenza dello smarrimento. Della consapevolezza di una privazione. Del realizzare con orrore di aver perso qualcosa.

Il collo tenuto al caldo dai capelli prima di un taglio netto, gli abbracci che ricompongono, il calore di un piatto in tavola a cena quando ancora vivevi con mamma e papà, quel sentirti incompleto che era sintomo di sete di esperienza ai tempi dell’università.
Diamo per scontati gesti e sorrisi, smettiamo di dar peso alla dolcezza di un nomignolo, trascuriamo quelle che un tempo per noi sono state vere e proprie conquiste.
Riconoscere la grandezza di ciò che abbiamo è difficilissimo, soprattutto nelle sue manifestazioni più ordinarie, quelle ormai inglobate nella nostra quotidianità tanto da non venire più a galla, affogando in tutto il resto.
Troppo semplice invece dimenticare che – prima di diventare routine – quelle stesse piccole cose ci hanno fatto sfondare il cielo con un dito, ci hanno fatto battere il cuore così forte da toglierci quasi il respiro. Che peccato mortale, trascurare la felicità.

Viviamo tante delle cose più preziose della vita come optional di serie. Di quelli compresi nel pacchetto, che una volta acquisiti non possono esserci tolti.
Teniamo il guinzaglio lento, tutti assorti nel nostro incedere tra le giornate, perdendo per strada tante sfumature di bellezza.
Come dei distratti Pollicino sparpagliamo sul sentiero ciò che è capace di accarezzarci il cuore, imbellettare la nostra vita in modo semplice e renderci – con sorprendente disinvoltura – molto felici. Gli facciamo mangiare la polvere che solleviamo con il nostro passo goffo e concitato, rischiamo addirittura di calpestarlo.
Chissà se saremo poi capaci di riconoscerle, nascoste tra la polvere sulla strada del ritorno, quelle briciole. Se riusciremo a lasciare che ci indichino la via di casa. E se loro, lì in disparte, ci aspetteranno.

Ingredienti:
350 gr di frutta essiccata (per me fichi, albicocche e datteri)
150 gr cioccolato fondente
100 gr frutta candita (per me ciliegie, pere e fico)
100 gr frutta secca (per me pistacchi e nocciole)
100 gr farina
80 gr zucchero semolato
3 uova
un cucchiaino di lievito per dolci
un cucchiaino di cannella
mezzo cucchiaino di noce moscata

Tagliare in piccoli pezzi la frutta essiccata e quella candita, lasciare invece interi nocciole e pistacchi.
Tritare il cioccolato metà in scaglie e metà in pezzi grossolani.
Montare le uova con lo zucchero, poi aggiungere la farina setacciata, il lievito e le spezie e mescolare bene.
Unire al composto prima tutta la frutta e poi il cioccolato, mescolando bene con una spatola: l’impasto sarà molto ricco, è la frutta secca a dare il corpo al dolce.
Trasferire in uno stampo da plumcake imburrato e infarinato.
Cuocere in forno statico a 170° per circa 80 minuti.
Sfornare, lasciar raffreddare e sformare il cake.

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Tortine speziate con glassa al lime

by 6 Comments

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Credits photo: Anna Daverio

Nulla per me fa Natale quanto il profumo di spezie; adoro quando riempie la casa scaldandone l’atmosfera, in contrapposizione con il disegno dei fiocchi di brina sui vetri della cucina.
In un sabato pomeriggio un po’ uggioso ho deciso di inaugurare la nuova Kitchen Machine Hotpoint combinando il calore di cannella & co. alla freschezza del lime in dei dolcetti soffici e confortanti.

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Credits photo: Anna Daverio

Ingredienti
250 gr farina manitoba
185 ml di latte scremato
125 gr burro morbido
100 gr zucchero extra fine
mezza bustina di lievito per dolci
un uovo intero
i semi di una bacca di vaniglia
un pizzico di sale
un lime
spezie qb (cannella, chiodi di garofano, anice stellato, zenzero in polvere, noce moscata)

Versare nel latte alcune gocce di succo di lime e lasciar riposare almeno 15 minuti.
Nella ciotola della Kitchen Machine lavorare il burro, a temperatura ambiente, con lo zucchero montandolo con la frusta fino a ottenere una crema.
Unire l’uovo e i semi di vaniglia e sbattere nuovamente.
Aggiungere anche il latte e continuare a lavorare con la frusta a bassa velocità per amalgamare.
Setacciare la farina con il lievito e le spezie, unire al composto e miscelare.
Versare l’impasto negli stampi riempiendoli circa per 3/4.
Cuocere in forno statico a 170° per 30 minuti.
Preparare la glassa miscelando lo zucchero a velo con un paio di cucchiai di succo di lime.
Una volta cotte, lasciate raffreddare le tortine e sformatele prima di decorarle con la glassa.

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Credits photo: Anna Daverio

Varianti

  • le tortine possono essere decorate, in alternativa, con una glassa al cioccolato fondente o un frosting al cream cheese ottenuto mescolando zucchero a velo e formaggio spalmabile neutro
  • per un aroma più intenso, nell’impasto, si possono sostituire 50 gr di farina con 50 gr di farina di mandorle.
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Credits photo: Anna Daverio

Questa ricetta è stata creata in esclusiva per il concorso Christmas Challenge Hotpoint sulle ricette natalizie, e potete trovarla anche sulla pagina dedicata del sito.
Visitate inoltre la sezione Christmas Challenge per scoprire tutte le 50 ricette in gara e registratevi per partecipare al concorso: avrete la possibilità di diventare aiuto-chef in una serata di sfida ai fornelli con un giudice d’eccezione.

Tutte le fotografie sono state realizzate da Anna Daverio

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Credits photo: Anna Daverio

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Cake all’uva rossa

by 18 Comments

Indosso maniche corte e scarpe rigorosamente senza calze, stringendo cocktail al sapore di zenzero e menta.
Mi aggrappo alle ultime serate di chiarore, alla bellezza di trovare un cielo ancora celeste ad accoglierti all’uscita dall’ufficio. Come se ogni minuto di luce in meno mi venisse strappato direttamente dal cuore.
Saluto con il fazzoletto bianco ogni singolo tono d’abbronzatura che mi si schiarisce addosso, mentre il fondotinta mi osserva sornione dal suo ripiano, con il ghigno tipico di chi aspetta che passi il cadavere del nemico sulla riva del fiume (e in effetti la mia carnagione ci si avvicinerà molto, cromaticamente parlando).
Indugio, tergiverso, temporeggio. Non vorrei, non voglio.
Io fatico a lasciar andare. E questo vale anche per le stagioni.

A dirla proprio tutta, l’autunno mi piace pure.
Le foglie che si tingono di ogni sfumatura del giallo e del rosso, scrocchiano sotto le suole e colorano l’orizzonte.
I bambini che saltano ridendo nelle pozzanghere, aspettando la notte del “dolcetto o scherzetto”.
Il forno che torna a nuova vita, profumando la casa d’arrosto.
Le candele accese la sera accanto alla TV.
I cappelli di panno e le blanket scarves con cui vestire i primi freddi.
L’aroma di biscotti nell’aria che zucchera la domenica.
Le passeggiate per il centro all’imbrunire e i cartocci di caldarroste.
Le tisane fumanti da stringere tra le mani e sorseggiare dalla mia tazza rosa d’ordinanza, in attesa che si riaccendano i termosifoni.
Gli strappi alla regola a tavola, che tanto la prova costume non è mai stata così lontana.
Il piacere di un lungo bagno caldo, con due mani che ti massaggiano i capelli, tra uno shampoo e un bacio.

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Ringrazio per la ricetta (semplice, gustosa e perfettamente autunnale) il blog di Lisa, mia “partner in crime” per lo scambio mensile di ricette tra Bloggalline!

Ingredienti
(per una teglia rotonda da 18 cm)
150 gr uva rossa senza semi
125 gr farina 00
75 gr zucchero bianco semolato
8 gr lievito vanigliato
2 uova piccole (o uno grande)
30 gr olio di semi

Montare per circa 5 minuti le uova con lo zucchero e l’olio, finchè la massa non sarà gonfia e chiara.
Aggiungere la farina setacciata con il lievito e amalgamare con la frusta a bassa velocità.
Tagliare gli acini d’uva a metà privandoli dei semi e unirli all’impasto mescolando bene.
Versare in uno stampo foderato di carta da forno e infornare a 180 gradi per 35 minuti.

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Fagottini di sfoglia con mele e pere

by 20 Comments

Metti quella voglia di dolce che ti assale a metà pomeriggio, quando è troppo tardi per il caffè dopo pranzo e troppo presto per l’aperitivo.
Metti un’amica – tra le poche persone al mondo da cui ti faresti vedere struccata – che ti suona il campanello all’improvviso per un thè e tante chiacchiere, o di aprire la dispensa e accorgerti di essere rimasta senza merenda per i nipotini in arrivo a minuti.
Metti un sabato mattina pigro, in cui alla colazione al bar si preferisce quella homemade, da gustare sotto al piumone con la casa che profuma di burro e zucchero caramellato.
Vi lascio una videoricetta veloce e semplicissima, perfetta per questi e altri dolci momenti:
(ricetta scritta a seguire)

Ingredienti
un rotolo di pasta sfoglia rettangolare
una mela renetta
una pera abate
marmellata di pesche
crema di cioccolato fondente
zucchero di canna qb
un turolo d’uovo
mandorle a lamelle

Sbucciare la frutta e tagliarla a cubetti.
Srotolare la sfoglia su una teglia da forno e ricavarne dei quadrati con un coltello.
Porre al centro di ogni quadrato un cucchiaino di marmellata o di crema di cioccolato.
Disporre dei cubetti di mela sopra i quadrati alla marmellata e dei cubetti di pera sopra quelli alla crema di cioccolato.
Richiudere piegando gli angoli verso il centro, come dei fagottini, premendo bene i lati con i polpastrelli per sigillare.
Spennellare con il tuorlo leggermente sbattuto, spolverare con lo zucchero di canna; sui quadrati alle pere, aggiungere infine delle scaglie di mandorle, appena topstate in un padellino antiaderente molto caldo.
Cuocere in forno statico a 180 gradi per 20/25 minuti.
Servire tiepidi o freddi.

fagottini_sfoglia_mele_pere

Consigli e varianti:

  • tenete sempre un rotolo di sfoglia nel congelatore: è perfetto per improvvisare queste colazioni o merende last minute
  • se non volete spennellare i fagottini con il tuorlo usate un pò di latte
  • potete variare il gusto della marmellata e della crema a vostro piacimento
  • potete variare anche la frutta, facendo attenzione a non sceglierla troppo acquosa, altrimenti il fagottino risulterà troppo umido alla base

 

 

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Zabaione al marsala e tegole valdostane

by 35 Comments

Quando soffri molto, non pensare sembra il migliore degli antidolorifici. Il solo modo per rabbonire, per un attimo, i demoni che hai dentro.
Questo placebo però ha un effetto del tutto volatile.
Prima o dopo, i conti con le tue ferite li devi fare: il sangue non coagula, il corpo sventola bandiera bianca. Sei messo al muro dal garbuglio che hai nel cuore.
Io ho quasi fuso, cercando di astrarmi e non pensare.
E ho capito che proprio mentre cercavo di non farlo, era lì che pensavo di più. Che mi arrovellavo sulle cose, che mi dilaniavo fisicamente.
No, non è facile capire se quello che hai, pur non essendo perfetto né completo, ti rende felice.
E non lo è nemmeno chiederti, con tutta l’onestà di cui sei capace, se questa completezza e questa perfezione le potrai mai scovare in qualche dove. Se quella mancanza non sia dovuta piuttosto a qualcosa di assente, ancor prima di tutto, proprio dentro di te.
Ci sono molte cose che non so ancora, e poche che ho compreso.
Ho capito che è meglio vivere da illusi inseguendo l’incredibile, che vivere delusi da quello in cui credevi.
Che mentre pensi di star annegando, in realtà stai solo annaspando. E non è detto che non arrivi l’onda che ti metterà davvero a tappeto.
Che gli incubi, a volte, ce li creiamo con le nostre stesse mani; proprio mentre siamo a caccia di sogni.
Che più che quello che mostriamo, siamo quello che proteggiamo.
Che non si può amare per due e non si può vivere a metà.
Che nel lieto fine non ci credo. Ma nei nuovi inizi, sì, in quelli voglio crederci.

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Ingredienti per lo zabaione
per 4 persone
6 uova freschissime (solo i tuorli)
6 cucchiai di marsala
6 cucchiai di zucchero

Montare a lungo i tuorli con lo zucchero e il marsala finchè saranno chiari e spumosi.
Mettere la crema di tuorli in una casseruola e porre sul fuoco in una pentola più grande, riempita per un terzo d’acqua molto calda; far cuocere a bagnomaria circa dieci minuti, mescolando continuamente con una frusta perchè la crema non attacchi sul fondo. Quando la crema sarà gonfia e vellutata, spegnere il fuoco e trasferire in una coppa di vetro o in coppette singole.
Consumare tiepido o freddo.

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Ingredienti per le tegole
per 30/35 biscotti
100 gr zucchero semolato
100 gr nocciole
100 gr mandorle
2 albumi

Tritare nocciole e mandorle in farina.
Mescolare le farine con lo zucchero e gli albumi leggermenti montati.
Su un foglio di carta da forno, creare con il cucchiaio dei dischi di forme regolari, abbastanza distanti tra loro (ce ne staranno circa 8 alla volta).
Far cuocere a 170 gradi per circa 6-8 minuti.

Note e consigli

  • preparare le tegole è un ottimo modo di utilizzare gli albumi avanzati dallo zabaione, ma questa salsa si sposa molto bene con vari tipi di biscotto, come i savoiardi o le paste di meliga
  • essendo lo zabaione piuttosto liquido non si presta alle farciture, piuttosto è perfetto per essere servito in accompagnamento a dolci come la sbrisolona o la torta di mele
  • l’intera ricetta è gluten free.

 

 

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Cannoli siciliani alla ricotta e creme Babbi

by 29 Comments

Un pò in extremis, arrivo con la mia seconda ricetta per il contest Babbi Dolci Freschi.
L’ispirazione oggi nasce dal ricordo di una terra accogliente e rubacuori.
Chilometri di sole, sabbia e sorrisi.
Di luce, bianco e azzurro.
Di sapori tenuamente seducenti e dolcemente decisi.
Il cuore zuccherino di un fico maturo, la freschezza di una granita sotto il sole di mezzogiorno.
Gusti semplici, che sanno toccare il cuore.
Che ci si infilano e poi, anche a chilometri di distanza, restano lì.
Persistenti, con il loro potere confortante.
Con un richiamo suadente, come il canto di una sirena.

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Ingredienti
per 9 cannoli
200 gr farina 00
40 ml marsala
35 gr di burro o strutto
20 gr zucchero
7 gr cacao amaro
un uovo
un pizzico di sale
per le farce
750 gr di ricotta
3 cucchiaini colmi di crema cacao Babbi
3 cucchiaini colmi di crema al pistacchio Babbi
3 cucchiaini colmi di crema ai pinoli Babbi
per friggere
olio di semi di girasole qb

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Impastare gli ingredienti delle cialde fino a ottenere un panetto liscio e omogeneo.
Far riposare mezz’ora circa l’impasto.
Stendere bene con il mattarello, ricavere dei cerchi dal diaetro di 10-12 cm con un coppapasta o una tazza e avvolgerli sui cilindri di metallo, premendo con le dita al centro per sigillarli bene (eventualmente ci si può aiutare con un goccio d’acqua o un pò di albume).
Friggere i cannoli in abbondante olio e scolarli su carta assorbente. Rimuovere la forma cilindrica.
Dividere la ricotta ben scolata in tre parti uguali e lavorarla ciascuna con una delle creme.
Far riposare la farcia in frigo per circa trenta minuti poi, con l’aiuto di una sac-à-poche, riempire le cialde.
Decorare a piacere con pistacchi, nocciole a metà, gocce di cioccolato.
Conservare in frigorifero fino al momento di servire.

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Con questa ricetta partecipo al contest Babbi Dolci Freschi di Babbi e Ifood! #ilovebabbi #ifoodbabbi
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Sbriciolata alle fragole

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Nella cucina della casa dove sono nata, sotto la finestra altissima dai serramenti antichi, c’era un lungo scalino di marmo. Un piccolo piedistallo che usavo per avvistare i pettirossi in giardino, che quelli – mi diceva la mamma – quando li vedi è perchè annunciano la neve.
Avevo capito che vale la pena di investire del tempo, con il naso incollato al vetro, in attesa di qualcosa che darà pace al cuore. E che ancor prima che quella pace ti raggiunga, a volte, qualcuno può farsene inconsapevolmente messaggero.

Vista la mia altezza contenuta, spesso e volentieri, lo impiegavo anche come scrittoio; seduta sulla mia minuscola seggiola di vimini, ritagliavo i vestiti di carta per Puffetta.
Ebbene, anche se ho sempre avuto una certa inclinazione fighetta, le cose con cui mi divertivo erano davvero le più essenziali. Sagomavo quegli abitini di mio pugno, che quelli inclusi sull’apposito libricino proprio non mi piacevano: troppo omologati, senza personalità.
Fin da piccola esigevo che il mio tempo fosse tratteggiato a mano libera, magari ottenendo un risultato un pò più sgangherato di quello standard, ma disegnato totalmente a modo mio.

E ho pianto, quando i miei genitori mi hanno annunciato un imminente trasloco, solo per lui. “Come farò senza il mio gradino?” piagnucolavo fliebile, con la frangetta dritta dritta e la tuta con le toppe sulle ginocchia.
Non avrei lasciato un luogo, ma la certezza di un’emozione gentile.
Quel gradino erano le pantofole del mio cuore sensibile, un comfort per l’anima irrinunciabile, un sentirsi al riparo e allo stesso tempo delicatamente padroni del mondo.

Nella casa nuova non ho trovato nessuno scalino e nemmeno in quelle che avrei abitato negli anni a venire.
Ma quel passo che mi faceva diventare grande e mi consentiva di guardare oltre il vetro dell’imponente finestra, avevo infine imparato a farlo; lo avevo appreso lì, aiutata da quei trenta centimetri di muro su cui mi arrampicavo ormai senza troppa fatica, mentre mamma preparava la cena alla luce calda del lampadario in vetro smaltato della cucina.
Così, quando devo sporgere la testa oltre qualcosa che mi sembra insormontabile come l’altezza di quella finestra, ripenso alla naturalezza con cui mi facevo aiutare dal mio fedele gradino.
E persevero nel cercare il mio prossimo trampolino, in questo nuovo spicchio di mondo.

sbriciolata_fragole

La ricetta è della meravigliosa Anna, pubblicata su iFood, ho solo adattato le dosi alle dimensioni della a mia tortiera.

Ingredienti
per una teglia da 25 cm
450 gr farina 00
180 gr burro
150 gr zucchero semolato
8 gr lievito per dolci
mezzo limone, buccia
1 uovo
un pizzico di sale
una decina di fragole fresche
marmellata di fragole

Sciogliere il burro dolcemente, a bagnomaria o nel microonde.
In una ciotola unire farina, zucchero, lievito e sale, poi aggiungere l’uovo e il burro fuso raffreddato.
Lavorare con le mani strofinando il composto tra i palmi, in modo da ottenere un composto di briciole.
Foderare una tortiera, imburrata e infarinata, con un primo strato omogeneo di briciole (nota: io dovevo trasportare la torta perciò ho compattato un pò questa base con le dita, per essere certa che fosse meno delicata). Versarvi uno strato abbondante di marmellata e disporvi le fragole tagliate a fettine.
Ricoprire infine con le briciole restanti, strofinando sempre con le mani mentre le distribuite.
Infornare a 180° per 40 minuti. Lasciar raffreddare e sformare la torta.
A piacere, spolverare con zucchero a velo prima di servire.

sbriciolata_fragole_2

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Cannella e Confetti

Margherita Daverio, alias Cannella e Confetti.
Classe '84, vivo a Milano e faccio la PR.
Per me cucina è carattere, brivido e poesia.
Sognatrice ad occhi aperti ed eccessiva negli affetti, vivo di istanti e di istinti.
Mi tengo stretta la famiglia, gli errori e i ricordi. Guardando sempre avanti, che la vita non si ferma. E tanto meno io.

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