Un’istituzione vera e propria della tradizione gastronomica lombarda, nonchè il re indiscusso della tavola delle feste: parliamo di lui, il panetùn.
Dolce simbolo della pasticceria meneghina, ha origini che rimandano a diverse storie – più o meno romantiche – ma quel che è certo è che già nel 1500 comparivano tracce sicure della sua presenza.
La profumata cupola lievitata, impreziosita da uvette e canditi, oggi è diffusa e reperibile quasi in tutto il mondo… eppure nessuno ne assaporerà una fetta con uguale trasporto e la stessa dolce nota malinconica dei milanesi.
Nell’incertezza del Natale che ci aspetta, quindi, tra i miei punti fermi c’è proprio lui: mr panettone.
Resta solo da scegliere quale quali acquistare e darmi da fare con l’ordine. Sono certa, quest’anno andrà particolarmente a ruba… abbiamo tutti voglia di quella tradizione che profuma di normalità.
I CLASSICI
Clivati
Nel laboratorio di Clivati, da oltre 50 anni, lievito madre e materie prime di altissima qualità si trasformano in sontuosi panettoni.
Ma anche il classico si innova e quest’anno in particolare lo fa attraverso il panettone al Vermouth e zenzero. Un candito più unico che raro, quello di Vermouth bianco Mancino, ottenuto attraverso una tecnica innovativa che per me resta fascino e mistero.
Insieme a lui, per i golosissimi come me ci sono anche tre versioni da sogno: la tre cioccolati, la marron glacè e la caffè e amaretto.
Si ordina attraverso il sito, via email o per telefono. Le spedizioni sono attive in tutta Italia e nel mondo.
Martesana
Archiviato il classico, con cui non si sbaglia mai, vengo attratta come un’oasi nel deserto dalla versione speciale 2020 al pistacchio e cioccolato, la veneziana ai marron glacès, lo “strudel” (con mela candita aromatizzata alla cannella e da uvetta immersa nel marsala) e il Panetùn de l’Enzo, capolavoro farcito di marmellata di albicocche e copertura fondente (praticamente gusto sacher).
Posso dire senza alcun imbarazzo che non avrei alcuna difficoltà a mangiarli tutti e tre, da sola (ho mangiato più volte una torta intera per cena senza sforzi, ai tempi gloriosi dell’università).
E dato che – soprattutto quest’anno – dovremmo aver imparato che l’egoismo ci fa male alla salute, perchè non partecipare al “Panettone Sospeso”? Per ogni panettone acquistato all’interno dell’iniziativa, uno sarà offerto dalla pasticceria.
Per ordinare il vostro panettone preferito, usate il loro nuovo e-commerce.
Cucchi
Un’altra firma classica della pasticceria milanese è senza dubbio quella di Cucchi, elegante meta dei golosi della città eletta Locale Storico d’Italia dal 2002. Qui il lievito non smette mai di essere rinfrescato: il panettone è infatti disponibile tutto l’anno.
Oltre alla versione classica si può scegliere quella con crema di marron glacé canditi, leggermente alcolico, quello solo uvetta e moscato e le varietà decorate.
Si puà acquistare e regalare attraverso la piattaforma Cosaporto.
YOUNG, WILD, FREE
Pavè
Oltre alle versioni classica e al cioccolato, Pavè offre un’idea carina e ormai abbastanza gettonata anche come piccolo gift: quella dei “Panettoni per Due” (o per un single con tanta fame) preparati in vasocottura. Ben 5 diversi gusti: amarena e pasta di mandorle, caffè e cioccolato biondo, limone e gianduia, grano saraceno, pera candita e lampone e quattro cioccolati.
I panettoni si ordinano sul sito e si possono spedire in Italia e Europa. A Milano e hinterland la consegna è gratuita.
Ile douce
Una pasticceria francese a regola d’arte, di quelle che appena varchi la soglia ti senti con un piede sugli Champs-Élysées, che sforna panettoni? Ebbene sì.
E – potrei metterci la mano sul fuoco – li prepara a regola d’arte, come tutto quello che i pastry chef de l’Ile douce sfornano quotidianamente.
La novità di quest’anno è poi il pandoro, tradizionale a 5 fasi di lievitazione, preparato con le stesse materie prime d’eccellenza del panettone.
Entrambi disponibili da 1 kg e in vasocottura da 280 gr circa, ordinabili a domicilio sul nuovissimo shop on line della pasticceria.
GLI STELLATI
Cracco
Partiamo da Milano con il panettone di una delle istituzioni gastronomiche della città. La versione classica è affiancata dal panciliegia, preparato con i frutti della tenuta di famiglia, e quella golosissima all’albicocca e cioccolato.
Tutte vendute in una raffinata confezione di latta (un mio grande debole!) sullo shop dedicato.
Berton
In attesa di tornare a godermi il suo inimitabile menù brodi (io che il brodo classico lo detesto!) perchè non dare fiducia alla stella Michelin regalandosi il suo panettone?. Ottime materie prime e nessun conservante, semilavorato, aroma, grasso vegetale.
Cannavaciuolo
Un’intera linea di panettoni dalla lavorazione artigianale con “pirlatura” manuale: oltre al classico, il gianduia, il limoncello e il Vesuvio, guest star dei lievitati, farcito con crema di limone e scorze d’agrumi e glassato al cioccolato bianco con pezzetti di albicocca.
Cambiamo regione (non colore): l’outsider piemontese
Se l’hai provato non lo dimentichi: parlo del ristorante di Matteo Baronetto dello storico ristorante torinese “il Cambio”. E la sua pasticceria non è di certo da meno. Nell’attesa di potersi spostare tra regioni, per fortuna c’è lo shop on line.
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