Quando mangio sushi sono particolarmente esigente. Vuoi che sia perché, trattandosi di pesce crudo, il tema della qualità diventa fondamentale o perché quando qualcosa mi piace davvero tanto desidero che sia preparato a regola d’arte.
Quando sono stata invitata a provare MU Fish mi ha incuriosita tantissimo questo locale dalle ottime recensioni situato un po’ fuori dalle nostre classiche rotte.
E che piacere, per una volta, parcheggiare senza girare mezz’ora a vuoto entrando poi in un locale tanto curato da potersi tranquillamente trovare nel pieno centro di Milano.
Il locale è certamente d’atmosfera e, allo stesso tempo, adatto a tutti. Di giovedì sera a cena c’erano coppie, tavolate di amici, piccole famiglie.
I ragazzi in sala dispensano sorrisi e consigli, rendendo l’ambiente minimal e moderno decisamente accogliente.
Dalla cucina dirigono i lavori lo chef Jiang, già capo chef per 8 anni al Finger’s di Milano e lo chef Kim, con trascorsi da Ba Asian Mood e Gong.
Fil rouge del percorso è un’altissima qualità della materia prima, che viene lavorata il giusto, mai all’eccesso. Una costante anche la cura per l’impiattamento, la cui ricercatezza consente comunque di consumare agevolmente le portate (quanto detesto quando qualcosa nel mio piatto è bello, anche bellissimo, ma difficile da mangiare).
Addentriamoci meglio nel tema, che tanto amo assaggiare quanto parlarne.
Abbiamo assaporato una cucina orientale creativa dove materie prime di eccellenza dell’Occidente e tecniche provenienti dall’Oriente si sposano dando vita a una cucina che definire fusion sarebbe probabilmente riduttivo. Non so come la pensate voi, ma la maggior parte delle volte questo termine viene usato per descrivere un mix di proposte messe insieme un po’ per convenienza e un po’ per caso.
Da MU Fish invece la linea è ben precisa ed emerge in un percorso gastronomico complessivo che ha un’impronta marcata. Una vera e propria firma.
In partenza, ci è stata servita una tartare di salmone su salsa mediterranea di verdure che ci ha consentito di testare con mano da subito la freschezza e la qualità del pesce selezionato in cucina.
Abbiamo proseguito assaggiando due antipasti, la millefoglie di tonno e burrata con pomodoro, sfoglia croccante e olio al tartufo e le capesante con besciamella e pasta kataifi. Le capesante si scioglievano semplicemente in bocca.
Siamo passati poi alla degustazione di dimsum, molto gradevole, con un picco assoluto sul raviolo al nero ripieno di branzino: estasi pura.
In conclusione, come non assaggiare sushi e sashimi? Anche in questo caso pollice all’insù per gli ottimi sapori e una menzione particolare alla perfetta proporzione tra riso e pesce nel nigiri (dal viaggio in Giappone sono diventata particolarmente sensibile sul tema).
Sul vino, un consiglio: lasciate fare al sommelier!
Per accompagnare la nostra cena, dopo un check in cucina su quali piatti ci sarebbero stati serviti, ci è stato servito un Sauvignon Blanc 2016 della zona di Bordeaux. Un vino che, sbagliando, probabilmente non avremmo scelto dalla lista ma che ha contribuito a dare alla serata la stessa piacevolezza regalata dai piatti e dal servizio attento e cortese.
Nulla più da aggiungere direi. Anzi,sì: da MU Fish ci ritorniamo, questo è poco ma sicuro.