Chi mi segue sui social lo sa, poche settimane fa io e Fabio ci siamo concessi una romanticissima fuga in quella che è universalmente considerata la città dell’amore per eccellenza.
Complice il fatto che per nessuno dei due fosse “la prima volta” (con relativa to-do-list del perfetto turista da spuntare) in questa incursione parigina ci siamo goduti principalmente il soggiorno tenendoci alla larga da caos, code e attrazioni turistiche.
Amo profondamente la Ville Lumière e camminare senza meta per le strade della città indugiando tra un caffè e un bistrot in cui osservare la vita metropolitana scorrere, è stato un vero e proprio ristoro per l’anima.
Le strade di Parigi profumano di burro e acqua piovana, di bucato steso al sole e caffè, di detergente per bambini e polvere metropolitana.
Mi piace quell’atmosfera di fermento e allo stesso tempo di calma, quella joie de vivre composta e rilassata, mai sopra le righe e così perfettamente intrinseca alla vita di tutti i giorni da essere considerata normalità.
Le sole deviazioni dalla bellezza dell’improvvisazione che ci siamo concessi riguardavano – neanche a dirlo – posti in cui mangiare e luoghi da immortalare per imprimere questo weekend indimenticabile nel rullino virtuale della mia fotocamera.
Ecco allora la mia top 5 degli snap parigini.
LA TOUR EIFFEL
Immancabile polaroid di qualsiasi vacanza parigina che si rispetti è l’omaggio a Madame Eiffel.
Scatenate la fantasia cercando prospettive insolite, fuori dalle classiche inquadrature.
Per esempio, uno scatto perfetto ma che sembri quasi rubato lo offre la fine di Avenue de Camoëns, una stradina privata a fondo chiuso costeggiata di palazzi nel classico stile Haussman.
Si trova a due passi dal Trocadero.
IL CAFE’ DE FLORE
Non conosco persona insensibile al fermento fascinoso della vita che scorre fuori e dentro i cafè parigini. Uno dei più storici per eccellenza è il café de Flore, nel quartiere di Saint Germain des Près, fondato nel 1887.
Noto anche come il café dei letterati per eccellenza, fu sempre frequentato da grandi personaggi della cultura tra cui, per citarne alcuni, Apollinaire, Rimbaud, Sartre, Simon de Beauvoir, Camus, Jacques Prévert.
Ogni anno all’interno si svolge il Prix de Flore, un rinomato concorso letterario rivolto a giovani autori.
Si trova all’angolo di Boulevard Saint-Germain e Rue St. Benoitand
UNA CASA TUTTA ROSA
Piccola pensione a conduzione famigliare a lungo frequentata dalla comunità artistica di Montmartre e da artisti di fama mondiale tra i quali perfino Pablo Picasso, la Maison Rose fu resa celebre dall’omonimo dipinto del pittore autoctono Maurice Utrillo, specializzato in paesaggi urbani, che negli anni a venire la includerà spesso nelle proprie opere.
Oggi è un ristorante più frequentato all’esterno che all’interno, dove si avvicendano a getto continuo turiste (me inclusa!) desiderose di farsi ritrarre davanti a questa casa che emana storia e poesia.
Si trova in rue des Saules and Abreuvoir
LE COLONNE DI BURNE
Onnipresenti nelle foto delle fashion blogger di tutto il mondo, Les Deux Plateaux; opera controversa di Daniel Buren, uno degli artisti moderni più acclamati di Francia, risalgono al 1985.
Commissionata sotto la presidenza di Francois Mitterrand, questa installazione composta da 260 piedistalli a righe bianche e nere di diverse altezze doveva simboleggiare il delinearsi di una Francia più dinamica e di larghe vedute.
L’area che occupano, nella corte sud del Palais Royal, in precedenza era un parcheggio.
E’ possibile visitarle gratuitamente.
BONUS TRACK: ANGELINA
Un must assoluto non tanto per solleticare la macchina fotografica quanto la pancia e il palato.
Oggi in città ci sono diversi punti vendita, ma non privatevi del fascino impagabile della storica sede di Rue de Rivoli in cui nel 1903, il mastro pasticcere di origine austriaca Antoine Rumpelmayer aprì la sua bottega di pasticceria, dandole il nome della amata figlia.
L’ambiente in stile belle epoque, con un’elegantissima sala affrescata e adornata da specchi antichi rende ancora più speciale la già epica cioccolata l’Africain, servita rigorosamente con un bricco di panna fresca a parte, e le monoporzioni di haute pâtisserie (io mi sono gettata senza indugi sul Mont-Blanc e devo dire che varrebbe la pena di prendere un aereo in giornata solo per gustarlo di nuovo).