Il racconto di giugno, un pò per inconvenienti tecnici e un pò per impegni contingenti vari, si è fatto attendere un bel pò…. ma non poteva mancare! Troppe cose belle di cui parlarvi, anche questo mese.
AROMA DI ZAFFERANO… E DI MARE
Nel mio peregrinare tra nuovi ristoranti come un Pollicino in gonnella, ho lasciato uno dei miei sassolini davanti all’Osteria della Bullona.
Il locale, di recente riapertura, è guidato dallo chef Daniele Ferrari. Nel menù si scorgono tracce del suo passato importante presso l’Antica Trattoria La Pesa che profumano di pistilli di zafferano; le proposte spaziano infatti dai piatti della tradizione milanese come appunto il risotto giallo e la costoletta di vitello (rigorosamente con l’osso) ad altri più innovativi. Con un grande amore, quello per il pesce, nato durante un’esperienza a Senigallia accanto a Mario Uliassi.
A due passi da corso Sempione, l’Osteria della Bullona è il posto perfetto per allungare la serata in quei giorni in cui l’aperitivo decisamente non basta. Curato, ma non affettato, nel servizio e negli interni è una deliziose cornice anche per una serata a due.
via Piero della Francesca 68
A CENA IN UNA FAVOLA
L’impressione, varcando una soglia, di chiudersi la città alle spalle ed entrare in una fiaba: sono pochi i posti capaci di regalarti una sensazione del genere e uno di questi senza dubbio è Nordic Grill. La specialità sono le carni (ma anche i pesci) delle terre del nord, preparati – ça va sans dire –su una vera griglia con brace. Deliziosi anche gli antipasti quali la tartare e il carpaccio (ormai che io abbia una predilezione per i crudi è cosa nota).
Particolarmente adeguato alle serate di temporale estivo, non vedo l’ora di riprovarlo durante i primi freddi, quando la temperatura consentirà di godere del meraviglioso caminetto.
via Edmondo de Amicis 34
#MIRACHE25, HAPPY BIRTHDAY MIRABILANDIA
Nel mio giugno c’è stato spazio anche per il divertimento vero, quello fatto per metà di risate e per l’altra metà di brivido, quello adatto dagli 0 ai 99 anni.
I festeggiamenti per i 25 anni di Mirabilandia sono trascorsi così, tra un giro di giostra e una passeggiata tra amici, un gruppo veramente che non avrei potuto chiedere di meglio.
Sia messo agli atti che – pur soffrendo di vertigini – sono sopravvissuta sia al giro sull’inverted coaster Katun che a quello su iSpeed, montagne russe con un’accelerazione da 1 a 100 in 2 secondi, come in Formula 1. Anzi, mi sono piaciuti un sacco.
E poi il pranzo al drive in, lo spettacolo di danza pop, le urla di terrore vero nella casa degli orrori (Legend of Dead Town).
In foto, oltre a me, le mie tre fidate compagne di avventura: Vivere per raccontarla, The Peter Pan Collar, Shoes Bags and Cakes
BUONO PER IL PALATO, BUONO PER IL CUORE
Aperto dalla colazione all’aperitivo (ma io l’ho provato per pranzo) Thun Cafè si trova a pochissimi passi dalla fermata della metro Moscova.
Tre le frecce che questo locale mi ha scoccato dritte nel cuore:
1) Il colpo d’occhio offerto dalla mise en place deliziosamente retrò, che fa sentire coccolati
2) La rigorosissima selezione delle materie prime, quasi esclusivamente prodotti tipici sud tirolesi, dal latte ai salumi, che garantisce sapori autentici e di qualità DOC
3) Ultima solo in ordine cronologico, la Fondazione Lene Thun: laboratori di ceramica ricreativa, in 15 diversi ospedali, che portano piccoli momenti di svago e gioia nei reparti di oncologia pediatrica. Sentire i proprietari del caffè raccontare le attività svolte dalla Fondazione con il cuore in mano, con gli occhi lucidi che solo chi le ha vissute in prima persona può metterci, è stata un’emozione che rivivo ancora adesso semplicemente scrivendone.
corso Garibaldi 86
AVVICINARSI AL PASSATO
Ci sono panorami capaci di farmi sentire a casa, scorci che dagli occhi solleticano i cassetti più lontani della memoria, profumi che mi si insinuano dentro e bussano dritti dritti cuore.
Poso i piedi sulla sabbia e ho ancora 5 anni.
Le lunghe passeggiate a cercare di scovare conchiglie tra i sassolini, i frammenti di vetro levigati dall’acqua salata che mi sembravano gemme preziose.
I cespugli di basilico fresco, gli oleandri in fiore, gli alberi di limoni.
Il nonno che mi portava a sparare ai barattoli, alle giostre, ignaro di quanto gli sarebbe costato.
L’uovo sbattuto che mia nonna mi preparava ogni sera a cena, anche se papà non voleva (ciao colesterolo, ciao).
La focaccia divorata nel budello sulla via di casa, il Liuk mangiato in spiaggia – che l’ora della merenda era sempre la più bella, altro che golden hour.
La Liguria per me è una storia d’amore.
Un luogo in cui mi riconcilio con la me stessa dei primi anni ’90. Quella con i capelli a caschetto e le mani cicciotte. Quella che non aveva visto orrori e commesso errori. Quella che aveva tutto ancora da scoprire e conosceva solo l’amore puro.
Cerco i suoi occhi allegri, la sua leggerezza, la sua fiducia.
Con la bocca sporca di zucchero del krapfen, inspirando salsedine.