Cannella e Confetti

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Archives for Gennaio 2017

Cake ebraico alla frutta secca e cioccolato fondente

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E’ solo quando cadiamo vittime di un raffreddore con la R maiuscola, di quelli che ci murano le narici stile grotta di Ali Babà (e non c’è “apriti Seasamo” che tenga), decretando giornate con i nervi a fior di pelle e notti insonni che mettiamo a fuoco quanto un’attività scontata e innata come respirare faccia scorrere lisce le nostre giornate.
Scado nella banalità, lo so, ma pensare a con quanta naturalezza falliamo nell’apprezzare la presenza ridestandoci solo davanti alla mancanza mi avvilisce.
L’assenza vale la sua pena solo in veste di attesa, quando precede il ricongiungersi a qualcuno. Diventa dolce, nel ricordare una mancanza che è valore.
Ma allo stesso modo volta il lato della sua stessa medaglia se è conseguenza dello smarrimento. Della consapevolezza di una privazione. Del realizzare con orrore di aver perso qualcosa.

Il collo tenuto al caldo dai capelli prima di un taglio netto, gli abbracci che ricompongono, il calore di un piatto in tavola a cena quando ancora vivevi con mamma e papà, quel sentirti incompleto che era sintomo di sete di esperienza ai tempi dell’università.
Diamo per scontati gesti e sorrisi, smettiamo di dar peso alla dolcezza di un nomignolo, trascuriamo quelle che un tempo per noi sono state vere e proprie conquiste.
Riconoscere la grandezza di ciò che abbiamo è difficilissimo, soprattutto nelle sue manifestazioni più ordinarie, quelle ormai inglobate nella nostra quotidianità tanto da non venire più a galla, affogando in tutto il resto.
Troppo semplice invece dimenticare che – prima di diventare routine – quelle stesse piccole cose ci hanno fatto sfondare il cielo con un dito, ci hanno fatto battere il cuore così forte da toglierci quasi il respiro. Che peccato mortale, trascurare la felicità.

Viviamo tante delle cose più preziose della vita come optional di serie. Di quelli compresi nel pacchetto, che una volta acquisiti non possono esserci tolti.
Teniamo il guinzaglio lento, tutti assorti nel nostro incedere tra le giornate, perdendo per strada tante sfumature di bellezza.
Come dei distratti Pollicino sparpagliamo sul sentiero ciò che è capace di accarezzarci il cuore, imbellettare la nostra vita in modo semplice e renderci – con sorprendente disinvoltura – molto felici. Gli facciamo mangiare la polvere che solleviamo con il nostro passo goffo e concitato, rischiamo addirittura di calpestarlo.
Chissà se saremo poi capaci di riconoscerle, nascoste tra la polvere sulla strada del ritorno, quelle briciole. Se riusciremo a lasciare che ci indichino la via di casa. E se loro, lì in disparte, ci aspetteranno.

Ingredienti:
350 gr di frutta essiccata (per me fichi, albicocche e datteri)
150 gr cioccolato fondente
100 gr frutta candita (per me ciliegie, pere e fico)
100 gr frutta secca (per me pistacchi e nocciole)
100 gr farina
80 gr zucchero semolato
3 uova
un cucchiaino di lievito per dolci
un cucchiaino di cannella
mezzo cucchiaino di noce moscata

Tagliare in piccoli pezzi la frutta essiccata e quella candita, lasciare invece interi nocciole e pistacchi.
Tritare il cioccolato metà in scaglie e metà in pezzi grossolani.
Montare le uova con lo zucchero, poi aggiungere la farina setacciata, il lievito e le spezie e mescolare bene.
Unire al composto prima tutta la frutta e poi il cioccolato, mescolando bene con una spatola: l’impasto sarà molto ricco, è la frutta secca a dare il corpo al dolce.
Trasferire in uno stampo da plumcake imburrato e infarinato.
Cuocere in forno statico a 170° per circa 80 minuti.
Sfornare, lasciar raffreddare e sformare il cake.

Filed Under: dolci, ricette Tagged With: dolci invernali, frutta secca, Natale, torte

Scatti di vita: decembergram

by 8 Comments

Redazione a colazione


Una reunion fatta di risate, foto meravigliose (grazie a una splendida garanzia chiamata Dany), cappuccini freddi, calici di Prosecco, unghie rosse.
Due padroni di casa che hanno generosamente aperto le porte del proprio affaccio sul mondo, costruito con dedizione e impegno, a un’intera redazione.
Una fucina di idee e opportunità, una squadra di teste pensanti e caratteri definiti uniti a un’armonia sorprendente tanto è rara.
Un luogo dove viene dato spazio ma anche supporto, perchè nessuno si senta mai incerto o solo.
Il grande regalo di quest’anno (che con me non è stato tanto tenero, diciamolo).

Le stelle, in Duomo


Una delle cene più deliziose degli ultimi tempi, quella da Felix Lo Basso.
Location esclusiva, pulita ed essenziale collocata all’ultimo piano del TownHouse Duomo Hotel, sulla terrazza di Galleria Vittorio Emanuele II. Arredi bicromatici in bianco e nero (i miei colori del cuore, non solo nell’interior design) che richiamano i marmi del Duomo su cui i 35 commensali ospitati dal locale hanno vista decisamente privilegiata.
Il menù degustazione Passione e intuizione è perfetto per una prima ma rapida immersione nella cucina dello chef; in foto uno dei piatti che ho più adorato, astice e lingua di vitello su crema di patate alle erbe con salsa allo champagne. Da segnalare anche il celeberrimo risotto alla parmigiana, già piatto di punta ai tempi dell’Unico: provate a mangiarlo a occhi chiusi e vi sembrerà di assaporare una perfetta parmigiana di melanzane (uno dei miei piatti preferiti in assoluto)!

Un tripudio di luci


Non perdo occasione per ricordarlo, metà del mio cuore ha la residenza in Alsazia.
Nel piccolo paese d’origine del mio nonno paterno un signore di mezza età mi contende il primato di “insidia al contatore” durante il periodo natalizio.
Impossibile non fermarsi ad ammirare a bocca aperta questa casa rivestita di luci che, nonostante l’abbondanza, riesce a mantenere un certo charme.

Colazione senza orari


Coccolarsi è un obbligo durante queste giornate di fine anno, specialmente se si è già dovuti rientrare al lavoro e le feste sembrano già soltanto un ricordo. Una colazione, di quelle di lusso, consumata comodamente sui divanetti dell’hotel Bulgari è la soluzione per calarsi nuovamente in un’atmosfera festosa fatta di lucine e calore.
Non ci sono impegni o orari che tengano, qui il menu breakfast è disponibile 24 ore su 24, perchè durante le vacanze puntare la sveglia è un sacrilegio.
Due proposte di menu, europeo (35 euro) e americano (40 euro): entrambi comprendono – oltre a tè/caffè e a un spremuta fresca a scelta – una selezione di brioche servite ancora calde, latte e yogurt con granola e frutta fresca e un assortimento di pane, burro e marmellate. La formula “american” include inoltre un piatto di uova a scelta.

via Privata Fratelli Gabba 7B, Milano
Tel. 02.8058051

L’albero di sfoglia


Fare l’albero in famiglia è sempre stato un rito, un momento di condivisione, una sorta di linea maginot che divideva il Natale dal resto dell’anno. Da quando ho una casa tutta mia l’ho preteso via via sempre più grande e più carico di decorazioni, tanto da sfidare la forza di gravità!
Il fascino dell’albero ha fatto breccia anche nel mio palato e nonostante vari malanni di stagione mi abbiano sfortunatamente tenuta lontana dalla cucina (che tanto amo vivere durante le feste) ho potuto prepararne una versione in pasta sfoglia: un antipasto per tavolate numerose, dal sapore intensamente natalizio!
La mia versione prevedeva patè di olive e Lerdammer stagionato perchè pensata per la mia sorellina vegetariana; sono certa che con una farcitura a base di salumi sarà altrettanto delizioso.
Ricetta e spiegazione dettagliata a casa della mia amica Simona.

Filed Under: scatti di vita

Cannella e Confetti

Margherita Daverio, alias Cannella e Confetti.
Classe '84, vivo a Milano e faccio la PR.
Per me cucina è carattere, brivido e poesia.
Sognatrice ad occhi aperti ed eccessiva negli affetti, vivo di istanti e di istinti.
Mi tengo stretta la famiglia, gli errori e i ricordi. Guardando sempre avanti, che la vita non si ferma. E tanto meno io.

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