Dicembre ieri era la gara con mia sorella in macchina a chi avvistava più lucine su finestre e balconi.
Il presepe che mia nonna allestiva sulla credenza della sala di pranzo, ogni anno con un nuovo animaletto (spesso troppo moderno) sul prato.
Il calendario dell’avvento e il rito serale dell’apertura della casellina, che spesso simulavo di dimenticare per avere doppio cioccolatino da mangiare l’indomani (le cose buone vanno mangiate due a due).
L’entusiasmo spasmodico di noi bambine mentre papà riesumava dalla cantina l’albero di Natale.
I biscotti per Babbo Natale e le carote per le renne, posati sul tavolino vicino all’albero la notte della Vigilia.
Il divano di pelle dei nonni colmo di regali il 26, tra cui ovviamente campeggiava un maxi sacchetto di dolcetti (aspettare la befana sarebbe stato troppo mainstream).
Andare a casa delle vicine che vivevano da sole la mattina del 25, anche se onestamente non vedevo l’ora di levare le tende perchè ero terrorizzata dal loro gatto (e lui lo sapeva!).
I pranzi di famiglia nella taverna dello zio, la cura con cui apparecchiava la tavola riempiendola di candele di cui mio cugino puntualmente rovesciava la cera bollente.
Il film Disney di Natale al cinema (i popcorn no, che nemmeno allora mi piacevano) e la poltrona che si chiudeva risucchiando mia sorella, ancora troppo leggera .
Sognare, tra panettoni e pandori, la torta di Mars e Coco Pops che mamma avrebbe preparato per il mio compleanno (che diciamolo, il Coco Pops era il cheatmeal di tutti i bambini).
Fare i conti per capire in quale giorno della settimana sarebbe appunto caduto il 29, sperando che papà non fosse reperibile o di guardia.
Dicembre oggi è i file Excell per i regali, che io compro quasi esclusivamente on line e con quanto più anticipo possibile (va da sé che il planning è vitale).
La scatola di cartone piena di nastri, mollettine, pigne e rametti che aspetto di schiudere tutto l’anno e la bellezza nel mettermi dopo cena – con questi piccoli tesori – a preparare uno per uno i pacchetti regalo (anche se non è che mi vengano ’sta meraviglia, siamo sinceri).
Sfornare teglie di biscotti e pani dolci alla cannella, rigorosamente durante le sere più fredde.
Trasformare casa in una piccola Las Vegas, che le lucine non sono mai abbastanza e c’è sempre un angolo ancora troppo buio.
Le playlist a tema su Spotify ascoltate in loop già dai primi di novembre.
Il maglione rosso con la renna di paillettes dorate (che la sobrietà non è mai il mio forte, figuriamoci a Natale).
Passeggiare per la città con il solo scopo di riempirmi gli occhi delle luminarie del centro; che in questo, a pensarci bene, non è cambiato poi molto da quegli avvistamenti con mia sorella attraverso i vetri della Mondeo.
Ingredienti
(per 4 persone)
300 gr di riso
una cipolla bianca
400 gr peperoncini dolci
250 gr piselli
un petto di pollo
brodo di pesce
300 gr gamberi puliti
300 gr anelli di totano
una trentina di cozze
una bustina di zafferano
olio EVO
sale e pepe
paprika
In una paellera (o padella non antiaderente, ampia e con i bordi bassi) soffriggere nell’olio caldo la cipolla tagliata sottile.
Tagliare a fettine i peperoncini e unirli al soffritto, poi aggiungere un pochino d’acqua e farli ammalvire per qualche minuto. Rosoloare il pollo a pezzetti nella padella, con un filo d’olio supplementare. Unire i piselli (i miei erano surgelati), poi il riso.
Salare, pepare e aggiustare di paprika, mescolando il tutto.
Coprire con il brodo ottenuto facendo bollire verdure e carapaci dei gamberi. Aggiungere lo zafferano.
Far cuocere in tutto circa 15-18 minuti.
A circa metà cottura unire nell’ordine gli anelli di calamaro (i miei, piuttosto grandi, hanno dovuto cuocere una decina di minuti), infine le cozze e i gamberi che dovranno cuocere pochissimi minuti. Se necessario coprire con altro brodo. Non mescolare.
Servire calda.