Cannella e Confetti

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Archives for Settembre 2016

Zabaione al marsala e tegole valdostane

by 35 Comments

Quando soffri molto, non pensare sembra il migliore degli antidolorifici. Il solo modo per rabbonire, per un attimo, i demoni che hai dentro.
Questo placebo però ha un effetto del tutto volatile.
Prima o dopo, i conti con le tue ferite li devi fare: il sangue non coagula, il corpo sventola bandiera bianca. Sei messo al muro dal garbuglio che hai nel cuore.
Io ho quasi fuso, cercando di astrarmi e non pensare.
E ho capito che proprio mentre cercavo di non farlo, era lì che pensavo di più. Che mi arrovellavo sulle cose, che mi dilaniavo fisicamente.
No, non è facile capire se quello che hai, pur non essendo perfetto né completo, ti rende felice.
E non lo è nemmeno chiederti, con tutta l’onestà di cui sei capace, se questa completezza e questa perfezione le potrai mai scovare in qualche dove. Se quella mancanza non sia dovuta piuttosto a qualcosa di assente, ancor prima di tutto, proprio dentro di te.
Ci sono molte cose che non so ancora, e poche che ho compreso.
Ho capito che è meglio vivere da illusi inseguendo l’incredibile, che vivere delusi da quello in cui credevi.
Che mentre pensi di star annegando, in realtà stai solo annaspando. E non è detto che non arrivi l’onda che ti metterà davvero a tappeto.
Che gli incubi, a volte, ce li creiamo con le nostre stesse mani; proprio mentre siamo a caccia di sogni.
Che più che quello che mostriamo, siamo quello che proteggiamo.
Che non si può amare per due e non si può vivere a metà.
Che nel lieto fine non ci credo. Ma nei nuovi inizi, sì, in quelli voglio crederci.

image1

Ingredienti per lo zabaione
per 4 persone
6 uova freschissime (solo i tuorli)
6 cucchiai di marsala
6 cucchiai di zucchero

Montare a lungo i tuorli con lo zucchero e il marsala finchè saranno chiari e spumosi.
Mettere la crema di tuorli in una casseruola e porre sul fuoco in una pentola più grande, riempita per un terzo d’acqua molto calda; far cuocere a bagnomaria circa dieci minuti, mescolando continuamente con una frusta perchè la crema non attacchi sul fondo. Quando la crema sarà gonfia e vellutata, spegnere il fuoco e trasferire in una coppa di vetro o in coppette singole.
Consumare tiepido o freddo.

image2

Ingredienti per le tegole
per 30/35 biscotti
100 gr zucchero semolato
100 gr nocciole
100 gr mandorle
2 albumi

Tritare nocciole e mandorle in farina.
Mescolare le farine con lo zucchero e gli albumi leggermenti montati.
Su un foglio di carta da forno, creare con il cucchiaio dei dischi di forme regolari, abbastanza distanti tra loro (ce ne staranno circa 8 alla volta).
Far cuocere a 170 gradi per circa 6-8 minuti.

Note e consigli

  • preparare le tegole è un ottimo modo di utilizzare gli albumi avanzati dallo zabaione, ma questa salsa si sposa molto bene con vari tipi di biscotto, come i savoiardi o le paste di meliga
  • essendo lo zabaione piuttosto liquido non si presta alle farciture, piuttosto è perfetto per essere servito in accompagnamento a dolci come la sbrisolona o la torta di mele
  • l’intera ricetta è gluten free.

 

 

Filed Under: dolci, ricette Tagged With: biscotti, colazione, dolci invernali, gluten free, merenda, ricette veloci

Gnocchi di patate con zucchine e pancetta affumicata

by 16 Comments

La curiosità è femmina, così si suol dire.
Beh, io la estenderei a caratteristica universale, senza subordini anagrafici o di genere; è un’attitudine radicata nell’essere umano, un istinto simile a quello di sopravvivenza (sebbene non altrettanto vitale, almeno non in senso stretto).
Di per sè, l’accezione non è necessariamente negativa, anzi; una persona curiosa è generalmente ricca d’animo e di sapere, con interessi poliedrici e un’attitudine straordinaria all’apprendimento.
Li ho sempre ammirati i curiosi, così disinvolti nel saltellare da una scoperta all’altra, capaci di non perdersi nemmeno un secondo di vita.

E’ triste constatare però quanto rapidamente e facilmente ogni caratteristica possa trasformarsi da dote a deficit. In questo caso, la mancanza è di riguardo.
Di discrezione. Di sensibilità. Di empatia. Di contatto con la realtà. Di umana compassione.
I “come va” maliziosi, l’interesse malsano, le insinuazioni indiscrete che faticano a celare la morbosità.
Le domande consapevolmente scomode, poste per maligno prurito più che per premuroso interesse; ignorando i fiumi di tristezza che possono smuovere, che di certo incalzeranno.
La curiosità qui si tramuta in una sorta di difetto di fabbrica, la sfaccettatura di un’evoluzione all’incontrario, un’indicazione stradale girata in senso opposto da un’irruente folata di vento.
Il bacio di una principessa che tramuta il principe in rospo e non viceversa.

A volte lo usiamo come termine di paragone, con egoismo, che tutto sommato ci fa sentire meno sfortunati.
Altre volte diventa semplicemente qualcosa a cui pensare per chi crucci non ne ha.
Ma badiamo, il dolore degli altri è qualcosa di terribilmente fragile.
E, come tale, andrebbe maneggiato con estrema cura.

gnocchi1

Per gli gnocchi
1 kg di patate
125 gr farina 00
un uovo intero
sale qb
Per il condimento
5 zucchine medie
una cipolla rossa dolce
250 gr di pancetta affumicata
4 cucchiai di olio EVO
Parmigiano Reggiano
sale e pepe qb

Lessare le patate con la buccia in acqua bollente, a seconda della dimensione della patata possono volerci 15-20 minuti.
Lasciar raffreddare, sbucciare e passarle nello schiacciapatate.
Aggiungere l’uovo, il sale e la farina a poco a poco, tenendo d’occhio la compattezza dell’impasto (potrebbe non essere necessario aggiungere tutta la farina).
Dividere l’impasto in filoncini, infarinarli leggermente e ricavarne dei rettangoli; dare quindi la forma agli gnocchi, facendoli scorrere con il polpastrello sui rebbi di una forchetta e premendo con il dito al centro, in modo che l’incavo possa poi contenere il sugo.

In una wok molto calda, far rosolare la pancetta; quando pronta, metterla da parte, lasciando il grasso di cottura nella padella. Aggiungervi l’olio e soffriggervi la cipolla tagliata molto finemente.
Aggiungere poi le zucchine grattuggiate e portare a cottura. A cottura ultimata, riaggiungere la pancetta tenuta da parte.

Tuffare delicatamente gli gnocchi in acqua bollente salata, in una pentola grande, senza mescolarli.
Scolare gli gnocchi non appena vengono a galla direttamente nella wok, il residuo di acqua di cottura amalgamerà bene il condimento. Mantecare fuori fuoco con una dose generosa di Parmigiano Reggiano grattuggiato al momento e servire.

I miei consigli per un’ottima riuscita degli gnocchi:

  • meglio usare patate a pasta bianca e “vecchie” ma senza germogli, devono essere il più possibile farinose e asciutte
  • per lo stesso motivo, quando le bollite lasciate loro la buccia, in modo che assorbano meno acqua possibile; meglio ancora se le cuocete a vapore
  • aggiungere la farina a poco a poco, solo se strettamente indispensabile; meno farina ci sarà nell’impasto e migliori saranno il sapore e la consistenza dei vostri gnocchi
  • lavorare il composto il meno possibile, per evitare che prenda troppa elasticità e risulti quindi colloso
  • la rigatura non ha solo funzione estetica, serve a raccogliere meglio il condimento sullo gnocco
  • se non condite subito gli gnocchi, una volta scolati passateli sotto l’acqua fredda
  • se volete congelarli, disponeteli su un vassoio per pasta infarinato, ben separati tra loro,e riponeteli in freezer; una volta congelati, per praticità, potete trasferirli in sacchetti per alimenti.

gnocchi2

Filed Under: piatti unici, primi, ricette Tagged With: gnocchi, pranzo della domenica

Cannella e Confetti

Margherita Daverio, alias Cannella e Confetti.
Classe '84, vivo a Milano e faccio la PR.
Per me cucina è carattere, brivido e poesia.
Sognatrice ad occhi aperti ed eccessiva negli affetti, vivo di istanti e di istinti.
Mi tengo stretta la famiglia, gli errori e i ricordi. Guardando sempre avanti, che la vita non si ferma. E tanto meno io.

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