A casa dei nonni, il mio rifugio non stava in una stanza ma in un cassetto.
Nella cameretta di mia mamma un piccolo scrittoio di legno custodiva monili, adornamenti di un’adolescenza trasformata in età adulta di cui il primo nuovo tesoro – probabilmente – ero proprio io.
Se chiudo gli occhi ancora lo percepisco, l’odore metallico e pungente di quei piccoli cimeli lasciati in balia del tempo, che passavo in rassegna ogni volta come fosse la prima.
Mi chiedo se qualcuno giocherà con i miei tesori, si dedicherà a scioglierne i nodi in cui misteriosamente con il tempo si sono intrecciati, proverà quel pizzico di timore reverenziale che animava me nello sfiorarli, nel fantasticare sulla loro storia e immaginare il sorriso di mia madre mentre li indossava.
Ripenso alle ore trascorse a fantasticare quieta se tra quella bigiotteria ci fosse il ciondolo porta fortuna delle interrogazioni del liceo, e gli interrogatori in perfetto stile FBI alla nonna fino a scoprire che l’anello intrecciato con la R riportava l’iniziale del primo fidanzatino.
Chiudo gli occhi e ritorno alla rassicurante dedizione degli attimi trascorsi a soffiare via l’ossidatura di quelle reliquie, lucidarne la superficie, prendermi cura di quei frammenti di passato di un amore – presente e futuro – per me così sicuro e importante.
Ingredienti
150 gr farina 00
100 gr fecola
150 gr burro freddo
un pizzico di sale
3 tuorli d’uovo
80 gr zucchero a velo
i semi di una bacca di vaniglia
Per prima cosa cuocere le uova in acqua bollente, 12 minuti.
Far raffreddare, sgusciare, estrarre i tuorli sodi e schiacciarli con una forchetta, poi passarli in un colino o setaccio fino a ridurli in piccole briciole.
Lavorare tutti gli ingredienti con le mani rapidamente, fino a formare un panetto rettangolare. Avvolgere nella pellicola trasparente e far riposare in frigorifero per un paio d’ore.
Riprendere l’impasto, stenderlo e ritagliare con le formine biscotti alti circa 0,7 cm. Disporre su una teglia ricoperta da carta da forno e cuocere a 170° per 14 minuti.
Far raffreddare completamente e spolverare con abbondante zucchero a velo.
Si conservano in scatole di latta per circa una settimana.
Che buoni questi biscotti… Dolci e genuini come i tuoi ricordi! Un bacio grande cara 🙂
Grazie stellina, ricambio con il cuore!
Quanti bei ricordi cara!!!!! e che buoni sti biscottini invece! bacioni e buon lunedì .-*
Un bacio grande anche a te stellina, e un biscotto per dessert <3
Questi biscottini dolci e delicati sono un toccasana, adatti per il tè e per coccolarsi in queste giornate grigie e piovose, un abbraccio
In attesa del sole, nuvole di zucchero a velo 🙂 ti stringo!
L’amore dei ricordi, dei cassetti, dei sogni ad occhi chiusi…mi piace leggere le tue parole come se fossero un sussurro lieve che mi porta in mondi lontani, dove il passato è diverso ed i sorrisi lo caratterizzano.
Ti auguro che presto tu possa tramandare queste abitudini ad una piccola batuffolina, te lo auguro col cuore <3
E mentre viaggio con i pensieri mi mangerei volentieri questi deliziosi canestrelli, tra i biscotti che più amo eppure non ho mai rifatto! Un abbraccio grandissimo
Un amore coperto da polvere di sogni, dove nulla è sbiadito, solo attenuato dal filtro del tempo che rende i colori più soft e le sensazioni più tenui, con un tocco vellutato e piacevole.
Stringo forte questo tuo abbraccio, amica
ti ho vista in quel rifugio, in quell’angolo di intimità a custodire cose preziose..
ma quanto sei preziosa tu cara marghe?
sempre bellissimo leggerti tesoro
e questa ricetta dei canestrelli è tanto delicata e dolce come te <3
Sempre bello per me trovare traccia del tuo passaggio qui, anima bella. Ho voglia di stringerti e sentirti raccontare questo tuo viaggio di corpo e di cuore. Organizziamo <3
Vedi , le affinità elettive non si traducono mai in un unico punto in comune. MI hai aperto un mondo di ricordi, quando bambina frugavo nei cassetti dei nonni materni con la stessa curiosità. riesco ancora a ricordare lo strano profumo del cassetto di mio nonno che era un mix tra camioncini di profumo dimenticati, caramelle varie e medicine.
Quello di mia nonna era ordinato, profumava di fiori e conteneva meraviglie.
Il biscotto lo vorrei ora. come pure un abbraccio e un bacio tuo.
Ti darei entrambi con tutta la tenerezza che posso, a te e alla mini-te che custodisci come uno di quei piccoli tesori…
Adoro i tuo canestrelli, ma soprattutto bellissimi i tuoi dolci ricordi! Sei speciale Marghe e il tuo racconto lo dimostra appieno ^^ un bacione tesorina!
Sei un tesoro tu che vedi il buono di me <3 un abbraccio grande e una bellissima giornata
Che bellissimi ricordi, suggellati da una ricetta che profuma proprio di casa <3
Il classico biscotto da tè della nonna :*
Che bei ricordi Marghe, scoprire i segreti nascosti dietro un gioiello o una targhetta era uno dei miei passatempi preferiti quando andavo dalle mie nonne!! E c’ erano sempre i canestrelli!!!
Quanta nostalgia e amore ogni volta che ne mordo uno!!
Un abbraccio stretto carissima!!!
Allora non ero la sola con quella passione 🙂 quanto è bello scoprire che ci sono tanti frammenti della vita di bambine che condividiamo <3 e anche tanti sapori che ci legano all'infanzia. Te ne offrirei a manciate, di questi biscottini! Un bacio tesoro
Che tuffo nel passato Marghe…ognuno di noi custodisce ricordi di posti simili, così pieni di magia perché avvolti in un passato in cui non esistevamo nemmeno. Quella sensazione di timore reverenziale l’hai descritta proprio bene, è proprio così….nei miei ricordi, un posto che profumava proprio di mamma e un po’ misterioso era l’angolo in fondo al suo armadio, c’erano tante scatoline con cinture “vintage”, borsette e collanine varie 🙂 Bisognava scansare i vestiti per vederle! Ti racconto questa….Quando ero piccola c’era una collana che sentivo nominare spesso poiché era la più preziosa, quella da nascondere prima delle vacanze, una collana con tanti grani lavorati in oro giallo, sentivo sempre “l’hai nascosta la Yennakki”? Nella mia testa, fino alla settimana scorsa, ero convinta che si scrivesse proprio così, poiché nella mia convinzione era sicuramente una collana giapponese appartenente a generazioni alla famiglia di mia madre…Ebbene proprio pochi giorni fa, ho rivisto dopo anni la collana indossata da mia madre, così parlando con lei, è venuto fuori che è una collana tipica calabrese che la suocera regala alla nuora (mio padre è calabrese) e si chiama jennacca ^^ Si è fatta delle grandi risate 🙂
Ho un po’ divagato Marghe, scusami, quasi mi dimenticavo di dirti che i canestrelli sono tra i miei biscotti preferiti e i tuoi sono venuti proprio perfetti, bravissima !!
Un abbraccio grandissimo <3
L.
Mi hai fatta morire dal ridere tesoro, e non sai quanto bene mi fa, altro che divagazione!
Quanta dolcezza e fantasia di bambine sono riposte in questo immaginare, nello spingersi con la fantasia oltre il reale, che a volte ci fa incappare anche in deliziosi fraintendimenti come quello che racconti tu 🙂
Ti offrirei tanti biscottini, da sbocconcellare insieme tra risate e ricordi <3
Ti stringo forte forte al cuore!
Anche per me i canestrelli fanno rima con bambina. E come te, anch’io aprivo quei cassetti pesanti che poi quasi sempre non riuscivo a richiudere, ricordo il profumo di lavanda, le lenzuola di lino, quello ruvido, grosso, spesso. E la collana coi lapislazzuli azzurri.
Ti stringo forte, A.
Ricordo anche io come i cassetti lunghi e stretti si inceppavano nei binari, un pò consunti dal tempo e dalle volte in cui li spingevo con quel tocco non proprio delicato dei bambini. Adoro scoprire di continuo queste affinità di vissuto e immaginazione.
Sei meraviglia, sei tu <3
Ti auguro ciò che più vuoi, con tutto il cuore, amica mia bella..
Intanto sabato ti abbraccio <3
ho ben in mente quei cassetti che da piccola pensi nascondano segreti, avventure, storie, ti ci avvicini con timore, a volte quasi con la paura che possano scoprirti, li apri e osservi, tocchi ogni cimelio, una cartolina, un nastro, una spilla, un profumo che non so descrivere ma che ho bene in mente! ad oggi conservo un anello di mia nonna che mio nonno mi diedi dopo la sua morte, ogni volta che lo vedo fantastico sulla sua storia di cui non so nulla, dove l’ha preso? gliel’hanno regalato? quanti anni ha? è prezioso? la stessa nonna ci dava sempre i canestrelli, ho ben in mente il morso e l’invasione di zucchero sulle labbra, vorrei rifarli da tempo ma non ho mai trovato lo stampino! un abbraccio grande dolcezza!
tesoro nemmeno io ho lo stampino, ne ho usato uno con una forma simile a un fiore e poi ho usato un tappino per forarlo al centro 🙂 una cosa un pò artigianale ma alla fine il succo era quello!
Ti tengo stretta come un piccolo gioiello prezioso e unico…
I tuoi racconti e le tue ricette sono sempre incentevoli, legati da una dolcissima armonia! Che bello leggerti… un abbraccio!
Ti ringrazio tanto cara e ricambio l’abbraccio, forte!
Che bei ricordi Marghe … chissà se arriverà qualcuno che li guarderà dopo di te? E si farà le tue stesse domande sulla sua nonna,che ha indossato quei monili? Chi lo sa?!? Intanto una cosa è certa: questi canestrelli sono buonissimi! Lo so, perchè ho già provato a farli con i tuorli sodi e non me lo ricordavo nemmeno più. Forse non avevo ancora il blog o forse li ho già pubblicati. Guarda cosa mi hai rispolverato nella memoria. Ricordo solo che erano buonissimi! Ti abbraccio forte Marghe, buona serata
Cassetti pieni di gioielli dimenticati, di sogni futuri, cassetti della memoria da cui escono biscotti pieni di zucchero a velo.
Un abbraccio strettissimo a te, che sei sempre così cara e delicata <3
Hai presente quella cosa che sentì anche quando dappertutto c’è silenzio? Quando c’è la nebbia, ma tu riesci ad avere la forza di scorgere lo stesso, perché la capacità di veder oltre cammina accanto a te.
Hai presente quando gli occhi si appannano e allora strofini, piano e poi, più forte per risare a loro la luce?
Ecco, tu fai così.
Tu strofini i ricordi e li riporti alla luce.
Accarezzi gli istanti, ripercorrendo quello stesso cammino.
(Ri)ascolti l’intensità di quel suono seppur lontano, perché anche ad occhi chiusi sai percepirlo.
Sorseggi la nostalgia, inzuppando dolci biscotti che riportano indietro nel tempo…dove tutto era semplice e speciale.
Come te.
Mi dico spesso che forse dovrei restare meno ancorata al passato e più proiettata verso ciò che è e sarà.
Ma nei momenti di incertezza mi dà conforto, penso che il modo in cui mi sono sentita in quegli istanti vissuti non potrà mai togliermelo nessuno. Ormai è mio, qualunque cosa accada. Sono certezze che consolano.
Credo che fantasticare su come fosse la propria mamma da giovane sia stata una delle attività preferite da noi femminucce. Immaginarcela giovane (perchè i bimbi ti vedono sempre vecchia anche se hai 35 anni!!!) ci faceva un po’ sognare. Come fanno sognare questi biscottini, che io trovo assolutamente deliziosi
Quanto hai vero, cambia tantissimo la percezione dell’età mentre cresci tu… se penso che da piccola consideravo le persone dell’età che ho ora praticamente dei matusa!! 😀
Mi emoziona leggerti… a casa di mia nonna, nella sua stanza, c’era una toletta con lo specchio, su cui teneva i suoi gioielli… e io mi divertivo a indossare le collane e a guardarmi, sentendomi già grande e volendo assomigliarle! Potevo stare ore lì, tra perle e pietre che facevo tintinnare nella luce della sua finestra…
I ricordi sono come quel tuo cassetto prezioso, la chiave non si perde mai, Marghe! Anche io come te mi dico che dovrei essere meno ancorata al passato, ma è la parte più forte di noi, quella che ci ha formato… e questi biscotti “vintage” sono perfetti in questo flusso della memoria…
La chiave ce l’abbiamo stampata addosso, sta sulle nostre impronte digitali, nelle piccole cicatrici, nel profumo che ha la pelle dopo aver vissuto momenti belli e brutti.
E addentare un canestrello mi riporta proprio a quei giorni che furono, di spensieratezza e sorrisi.
Ti stringo
Veramente non so un giorno come saranno percepiti i nostri ricordi materiali in un mondo che sembra andare sempre più veloce.
Ed è bello ricordare anche come abbiamo vissuto certi ricordi dei nonni o dei genitori e come li avremmo visti poi da grandi.
I canestrelli li adoro, quelli di sicuro passano di generazione in generazione lasciando ricordi uguali per tutti.
Per me è prezioso il valore simbolico e mnemonico degli oggetti, sono una di quelle che si ostina a stampare una foto – di tanto in tanto – perchè penso sarà prezioso tra alcuni anni stringerla tra le dita piuttosto che osservarla in digitale.