Sarà che il mio personaggio preferito dei cartoni animati, da bambina, era il topino Fievel.
Sarà il fatto che ogni focolare domestico – casa mia, quella dei nonni e soprattutto quella degli zii (era la loro bomboniera di nozze) – all’ora dei pasti poggiava sulla tavola lo stesso identico oggetto, una grattugia gialla che per me faceva immediatamente famiglia.
Sarà che il minestrone lo mangiavo se e solo se poi potevo avere il pezzo di crosta ammollata in cottura.
Comunque stiano le cose, io per il Parmigiano ho da sempre un’autentica predilezione.
Va da sè che quando mi è stato proposto di partecipare a un blog tour organizzato da Parmigiano Reggiano in uno dei caseifici principali di Fidenza, la reazione sia stata incontenibile entusiasmo e occhi a cuoricino.
La giornata inizia presto al caseificio, con l’arrivo del camioncino del latte. La mungitura della mattina stessa sarà miscelata con la scrematura ottenuta dal latte della sera prima, fatto riposare in grandi vasche di metallo per permettere alla panna di affiorare in superficie.
Le prime fasi della lavorazione avvengono in grandi cisterne di rame, ottimo conduttore di calore, in cui il latte viene scaldato e addizionato di siero innesto e caglio.
Quando il latte assumme la giusta consistenza, la cagliata viene rotta in granuli con un apposito attrezzo chiamato spino; la dimensione dei granuli è a discrezione del casaro, frutto di un’autentico sapere maturato con l’esperienza.
Dopo le fasi di cottura e sedimentazione, il formaggio viene raccolto in tele di canapa e fatto riposare nelle forme, insieme alla propria personale placca di caseina.
Dopo un primo riposo di 48 ore, si passa alla salatura in salamoia e poi alla vera e propria (lunga) stagionatura. Se il test della battitura darà il risultato sperato si procederà alla fase della marchiatura, e “l’investitura” della forma sarà completa.
Durante la visita, scopro un motivo di fascino in più in questo prodotto che da sempre amo e consumo.
Lo trovo nelle mani del giovane casaro, che solleva 50 kg come fossero noccioline e sorride raccontandoci che in fondo, lui, “deve ancora imparare“.
Lo scorgo negli occhi di Igino che ci parla della nascita e della crescita di ciascuna forma come racconterebbe i progressi motori di un figlio.
E’ bella l’aria che si respira qui, e non è solo merito degli aromi del latte.
Un formaggio legato al territorio, naturale, artigianale, riconoscibile, garantito.
Parlando di questa eccellenza italiana, dare i numeri è cosa buona giusta!
Sono 363 i caseifici di Parmigiano Reggiano. In un anno, producono complessivamente 3.297.723 forme.
Il caseificio Coduro, che ci ha deliziosamente ospitati, ne produce circa 18 al giorno.
Il peso medio di una forma, a stagionatura completa, è di 40 kg, originati da ben 550 litri di latte.
Sono invece a zero sia gli insilati (i foraggi fermentati nell’alimentazione degli animali), sia gli additivi e i conservanti. Il disciplinare è rigido e non si scherza.
Stesse regole ferree per la stagionatura: quella minima prevede un riposo di 12 mesi, per una media di 24. Ma vorrei sapervi descrivere che consistenza e che sapore tostato spettacolare ha quello di 36 (non per nulla, oltre i 30 mesi, la forma si guadagna il bollino d’oro).
Come degna conclusione lo chef Massimo Spigaroli ci ha dedicato il suo tempo illustrandoci, all’interno della cucina del proprio Bistrot nella splendida cornice del del Labirinto di Franco Maria Ricci, alcune ricette preparate con ingredienti della tradizione del territorio: primo su tutti, logicamente, il Parmigiano Reggiano, ma anche il Culatello, il suino nero e l’uva Termalina – una vera rarità – per poi concludere con un pranzo di ristoro, chiacchiere e delizia.
Ringrazio Parmigiano Reggiano, Igino, Giulia, il caseificio Coduro, lo chef Massimo Spigaroli e il suo Labirinto della Masone che con generosità, impegno (e pazienza!) ci hanno consentito di vivere insieme una bellissima esperienza.
Consiglio di cuore l’esperienza dei Caseifici aperti, che si terrà sabato 3 e domenica 4 ottobre: sarà possibile visitare lo storico casellino, conoscere i caseifici presenti, degustare il Parmigiano Reggiano e fare un viaggio nel tempo grazie alla mostra degli attrezzi storici. In entrambe le giornate diverse le attività di animazione per bambini e sempre presenti stand gastronomici con gnocco fritto, salumi e birra.
che bella esperienza, chissa’ che bello poter vedere tutte queste cose, complimenti per essere stata scelta e grazie per la condivisione!!!!Un abbraccio tesoro!!!!Baci Sabry
Grazie amica mia, per una fanatica del Parmigiano come me é stato un regalo! Tanti baci
Che pasta sarebbe senza parmigiano,… molto buono sia con la pasta che in tantissimi piatti, che li rende molto gustose !
Io amo mangiarlo da solo, al massimo accompagnato da un pò di frutta… lo adoro troppo così com’è 🙂
volevo esserci ma non potevo, io amo alla follia il parmigiano, se mi lasci una forma, possibilmente ben stagionato, son capace di finirmela! lo metterei ovunque e d’estate produco chili di gelato al parmigiano, son malata! hai fatto un super racconto, molto professional, bella mia divertitevi al matrimonio, sarai splendida, un mega bacio!
Sei sempre troppo buona amica mia!!
Peccato davvero non sia venuta pure tu, sarebbe stato divertente partecipare insieme 🙁
Un mega mega bacio di buon weekend!
È bellissimo questo tuo raccontare. Mi è parso di star lo con te minuto per minuto. E poi, vogliamo aggiungere che un tour in un caseificio così lo vorremmo far tutte! Io adoro il parmigiano, pure il mio frigo ne sente la mancanza quando non riesco a comperarlo! Ahah! Complimenti ancora Margherita! Un abbraccio
Siamo tutte drogate eh, del resto è veramente buono pur essendo “semplice”, come si fa a resistergli? 😉
Ti abbraccio stretta e ti ringrazio tantissimo per le tue parole, sei un tesoro
accidenti avevo lasciato un commento ma non me l’ha pubblicato..:( bè comunque dicevo che deve essere stato bellissimo vedere come nasce uno dei formaggi più conosciuti al mondo 😉 un bacione
Vale
Vero Vale, è una delle nostre eccellenze food, è stato un autentico onore 🙂
Un bacino e buona settimana!
Meravigliosa esperienza, Margherita! Anche in casa mia, da sempre, il parmigiano è uno di quei sapori che fanno famiglia… Mmm fossi stata una formichina, mi sarei intrufolata con voi in questo tour goloso e profumato!
Ma che bello sarebbe stato camminare insieme nel caveau, amica!!
Lo amoooo! Io lo metto ovunque, me lo pappo a pezzettoni, scaglie e a chili su ravioli e pasta! Che bontà e che bellissimo tour, sicuramente meritava un sacco!
Anche io lo aggiungo dappertutto ma amo tantissimo anche mangiarlo a tocchetti così, nature 🙂
Che bello,queste sono esperienze davvero belle,istruttive,da ricordare sotto ogni aspetto e poi sinceramente il parmigiano è favoloso,io lo amo da piccola ed è un vanto made in Italy…speriamo lo rimanga!
Bacio grande.
E’ sicuramente uno dei fiori all’occhiello della nostra cucina, è bello vedere che nei menu all’estero è sempre scritto con la “P” maiuscola (come è doveroso) 🙂
Ti abbraccio Ketty!
Dev’essere stata proprio un’esperienza incredibile!! Ho seguito tutto su IG, quel caveau con le forme, come scordarselo 🙂 Me lo sogno ancora!!!
L.
Ho provato veramente un certo timore reverenziale a passeggiare lì dentro 🙂
che bella giornata!!! Grazie per averci regalato un assaggio così speciale! <3
Sarebbe stato bello sgranocchiarlo insieme <3
Che bella esperienza! Mannaggia tutte le volte ho sempre qualche impegno che mi impedisce di partecipare …. mi sarebbe piaciuto esserci, così come anche a ottobre, che di nuovo non potrò esserci: c’è il battesimo del mio nipotino. Gazie per averci resi partecipi, cara Margherita, a presto
Hai un evento molto più speciale a cui partecipare <3 prima o poi vedrai che capiterà la data giusta!
Un abbraccio