Cannella e Confetti

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Archives for Maggio 2015

Pavè al cioccolato fondente

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E quando pensi di avere visto il peggio, la gente sa ancora stupirti.
In termini di povertà di spirito. E di intelletto.
Perché giocare pulito richiede una certa intelligenza e onestà.
Oltre a una minima capacità dialettica e una dose sufficiente di attributi.
Normale sia molto più facile nascondere la propria vigliaccheria dietro all’anonimato di un computer.
Ma poi succede che quando pensano di farti un dispetto, quando non si preoccupano di toccare il fondo del proprio squallore esclusivamente per cercare di farti soffrire, ti fanno invece un favore.

E proprio io, io che non sono mai riuscita ad accettare di essere aiutata da qualcuno, finalmente non mi sento sminuita nella mia autonomia se accetto il braccio che nelle difficoltà mi tende quella persona meravigliosa che è mio marito. Che ho trovato come si trovano i tesoro più preziosi, semplicemente smettendo di cercare.
Con il suo senso pratico e la sua intelligenza spiccata.
Lui che ha capito che anche se sono all’apparenza “una dura“, la cosa che mi rende forte per davvero è che lui mi trasmetta un senso di protezione.
Che lui non riesca a tollerare i miei occhi velati di lacrime.
Che si arrovelli senza sosta, cercando soluzioni all’impossibile, solo per tentare di farmi stare meglio.
E questo non lo rende soltanto un grande marito, lo rende un grande uomo.
Un vero uomo protegge la sua donna.

E’ indescrivibile la sicurezza che mi danno le sue mani, lunghe e affusolate. Perfette.
Mi sembra non esista cosa che non possa essere aggiustata, da quelle mani (e da quel cervello).
E quando mette noi due davanti al mondo, bè, io un pò principessa delle fiabe mi ci sento.
Non una donzella inerme rinchiusa in cima a una torre, ma una ragazza fortunata con i piedi per terra, l’amore che le fa la pelle bella e un trono comodo per due.
Io non mi sento meno forte ad appoggiarmi a lui. Mi sento semplicemente invincibile.

pistocchi3

Ingredienti:
300 gr cioccolato fondente al 72%
250 ml panna fresca non montata
50 gr burro
cacao amaro qb

Scaldare la panna in un pentolino a fuoco dolce, senza che raggiunga il bollore.
Togliere dal fuoco e far liquefare nella panna calda il burro tagliato a pezzetti molto piccoli, mescolando.
A parte, sciogliere anche il cioccolato a pezzetti, facendo bene attenzione a mantenere una temperatura massima di 45/50 gradi. Io l’ho sciolto nel microonde, procedendo a piccoli scatti a un massimo di 500 w e utilizzando un termometro da cucina (a ogni scatto mescolavo bene in modo che fosse il calore stesso del cioccolato a sciogliere i pezzi restanti; in totale non è servito più di un minuto e mezzo).
Unire i due composti mescolando a lungo, finchè tutto sia perfettamente omogeneo e lucido.
Versare in una piccola tortiera foderata almeno alla base di carta da forno e riporre in frigo tutta la notte.
Prima di servire il dolce estrarlo dal frigo, spolverarlo di cacao amaro e farlo riposare una ventina di minuti a temperatura ambiente.

Poichè l’aroma di cioccolato fondente è molto intenso e vagamente amaro, si sposa benissimo con la dolcezza delle fragole fresche o dei frutti di bosco.

Filed Under: dolci, ricette Tagged With: cioccolato, dolci freddi

Granola homemade con cranberries e cioccolato fondente

by 43 Comments

La manutenzione fatta di cerette che riducono il bagno un disastro, creme anticellulite che per spalmarle si invecchia già di un anno, pinzette e piegaciglia, ore con la stagnola in testa dal parrucchiere effetto Iron man.
Che quando abbiamo chiesto di diventare super eroi per un giorno, non intendevamo esattamente questo.
Fissare l’armadio con l’encefalogramma piatto la mattina. Il tuo vestito preferito si scuce proprio il giorno di un appuntamento importante, e quello con cui scegli di rimpiazzarlo che da un giorno all’altro ti fa sentire orribilmente grassa.
I tempi infinitamente lunghi di trucco e parrucco. Girare con una borsa che è una succursale del tuo guardaroba. Facciamo anche del tuo bagno. E pure di tutta casa tua.
Le liste della spesa sul cellulare e i post it sul portafoglio, per poi dover tornare al supermercato il giorno dopo perché qualcosa te lo sei dimenticata.
L’insalata che vorresti sapesse di pizza, il pompelmo che – abracadabra – vorresti trasformare in un mojito.
Commuoversi sulla poltrona di un cinema al buio o sul divano di casa, davanti all’ennesima scena d’amore.
Pensi alle volte in cui hai pianto sul serio, a quando quelle non sono sfuggite. Uno sguardo dritto negli occhi, la guancia sfiorata. Fino addirittura a farti ridere.
Avresti bisogno di sapere che lui lo sa, lo sa bene nonostante tutto e tutti, che tu quelle lacrime trasformate in risate non le scorderai mai.
Che quei sorrisi sono un debito che restituirai, quando ce ne sarà bisogno.

Corrucciata e spensierata, concentrata e distratta, esausta ed energica. Complessa e così semplice, vigorosa e delicata, coraggiosa e spaventata. Nuda o dentro al suo vestito più bello, truccata di tutto punto o acqua e sapone, con i tacchi alti e i piedi per terra. Femmina è mille sfumature, è tutto e niente, costante e mai uguale.
Da sempre custodisco gelosamente la mia femminilità, con tutti i suoi oneri e le sue fragilità. E’ una parte essenziale di me e non me ne sono mai vergognata.
“Se fossi uomo” è uscito dalle mie labbra solo per specificare cosa, in quel caso, non avrei potuto fare.
Ma ci sono frangenti in cui c’è bisogno di passare da femmina a donna. Che le donne sanno tirare fuori le palle con un’eleganza disarmante.
Sappiamo lottare, aggredendo e proteggendo. Noi stesse e soprattutto ciò che amiamo.
Sappiamo tenere duro, incassare i colpi, rialzare il capo, senza smettere di credere. Né di sorridere.
Perchè è meglio che si sappia, più il gioco si fa duro più qui siam pronte a giocare.

granola

Ingredienti:
250 gr avena
50 gr noci brasiliane
50 gr cranberries essiccati
30 gr pistacchi
30 gr mandorle senza pelle
30 gr semi di girasole
tre cucchiai di cocco disidratato
gocce di cioccolato fondente, a piacere
100 ml maple syrup
50 ml miele millefiori
cannella e noce moscata, a piacere
un pizzico di sale

In una ciotola, mischiare bene l’avena con il cocco, la frutta secca, i semi, le spezie e il pizzico di sale.
Dividere i cranberries e aggiungerne metà dose al mix.
Aggiungere il maple syrup e il miele e mescolare tutto (meglio se con le mani, così che il mix tra parti secche e umide sia ben omogeneo).
Stendere il composto in una teglia da forno, in uno strato livellato; con questa dose si riempie una normale teglia da forno in uno strato abbastanza sottile.
Far tostare in forno preriscaldato a 130° per 20 minuti, poi aprire, girare bene il composto in modo che si tosti anche dal lato basso e proseguire la cottura per altri 10 minuti, fino alla doratura desiderata.
Una volta raffreddata, aggiungere i restanti cranberries e le gocce di cioccolato.
Mescolare bene e spezzettare, se necessario.
Conservare in vasi di vetro, contenitori di latta o sacchetti con la zip.

Si può consumare da sola (sgranocchiata come snack), aggiungere al latte o arricchirci yogurt e gelato.
Le varietà e le proporzioni della frutta secca, di quella disidratata e delle varianti (es. gocce di cioccolato, semi, cocco e spezie) possono cambiare secondo il gusto che preferite, fate solo attenzione a mantenere fisse quelle tra ingredienti secchi e umidi.

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Filed Under: dolci, ricette Tagged With: colazione, USA

Spaghetti di riso con carne, porri e verdure colorate

by 24 Comments

Un inconsapevole esperimento sociologico.
Dieci bambini. Una stanza luminosa, con poche distrazioni. Una macchina fotografica a fare da filtro.
Osservare per scattare qualcosa di buono (io che sono tutto fuorché una brava fotografa). E infatti, come sempre, non è l’occhio né la mano a recepire gli stimoli a cui mi trovo davanti. Ma il cuore.
Cerco di mettere a fuoco certi elementi e naufrago inesorabilmente in altri.
Non le inquadrature ma le dinamiche.
Non l’esposizione ma le fragilità.
Non i soggetti ma i sentimenti.
Noto cose che appaiono così limpide e lampanti. Eppure allo stesso tempo mi sembrano nuove.
Mi scoppia la testa e non è (solo) colpa del dentista che mi ha torturata qualche ora prima.
Osservare la vita mi travolge.
Mi sento come se qualcuno mi stesse rivelando un segreto, per sbaglio.
Mi lascia stremata, piena, meravigliata.

Soffio la polvere secolare accumulata sugli anni che mi separano dalla bambina che ero e riscopro…
Che è brutto non sentirsi abbastanza per qualcuno che ami.
Che si possono avere esigenze diverse, senza nulla togliere al rapporto che c’è.
Che se ci si ferisce troppo, però, ci si può perdere a vicenda. Siamo fatti di carne e non di pietra.
Che non vale la pena di crucciarti troppo, se quello che ti delude è di poco conto. Un minuto e tutto è passato.
Che se vuoi imparare a fare qualcosa, osservare attentamente chi ne è capace insegna metà di ciò che ti serve.
Che quando hai paura di fare un salto, l’incoraggiamento degli amici è la miglior rincorsa.
Che è bello arruffarsi i capelli, macchiarsi la camicetta nuova, perfino sbucciarsi le ginocchia. Se ne vale la pena.
Che un bacio ha valore se è dato spontaneamente. Che non si ama a comando.
Che a volte hai bisogno fisico di divertirti fino ad esaurire le energie. Perchè è prezioso sentirti completamente scarico, libero, leggero.
Che puoi arrangiarti con la fantasia e stringere tra le mani qualcosa che non hai, per un attimo.
Che anche le cose più piccole meritano tutta la tua concentrazione, se ci tieni.
Che i no possono essere facili come i sì. E richiedono lo stesso coraggio.

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Ingredienti (per due):
due nidi di spaghettini di riso
200 gr di macinato misto manzo e suino
un porro
qualche piccolo peperone dolce
una carota
olio di semi
salsa di soia
zucchero di canna
brodo (vegetale o di carne)
sale e pepe

Tagliare a rondelle i porri e le altre verdure a striscioline sottili.
In una wok scaldare un cucchiaio e mezzo di olio di semi e quando ben caldo aggiungere i porri. Far rosolare bene, spolverarli con zucchero di canna continuando a mescolare a fiamma alta, perchè il tutto caramelli. Aggiungere infine un primo cucchiaio di salsa di soia.
Unire ora le altre verdure, sempre a fuoco vivace farle rosolare un attimo, poi abbassare, pepare e aggiungere un pochino del brodo che nel frattempo sarà messo in ebollizione per la cottura degli spaghetti (solo il necessario perchè non bruci, non bagnatelo troppo).
Tuffare gli spaghetti nel brodo bollente e far cuocere il tempo necessario (i miei 4 minuti).
A due minuti dal termine buttare in pentola la carne trita e alzare la fiamma, deve colorirsi ma non stracuocere.
Scolare gli spaghetti direttamente nella wok, aggiungere altra salsa di soia e finire la cottura per un paio di minuti. Servire caldi.

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Filed Under: piatti unici, primi, ricette

Le ricette impossibili: metti un pomeriggio da Eataly con Moulinex

by 22 Comments

Metti un pomeriggio di maggio plumbeo e un pò afoso, che la primavera quest’anno fa i capricci.
Metti una location che è un pò la Mecca degli amanti del buon cibo.
Metti 4 foodbloggers alle loro postazioni e 4 ignari fan seduti tra il pubblico.
Metti una stanza con le pareti trasparenti, piena di luce e di profumi di cucina.
Ora imposta il programma “sfida” e punta il timer su 50 minuti (ma la temperatura, ti supplico, lasciala com’è)!

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Avrai sedici mani laboriose, tanti sorrisi e un profumino che si sprigiona inatteso e allo stesso tempo puntuale, come il genio della lampada.
Avrai anche dei noodles alle fave, piselli e pecorino, una zuppa di gamberi speziata al latte di cocco, una fregola ai frutti di mare e un salmone ai pistacchi in fascia di porri.
Avrai la dimostrazione che non esistono ricette impossibili, specialmente se al proprio fianco si può contare su un aiuto chef… o due.

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Ho sempre guardato con occhio un pò scettico, lo ammetto, i robot trita-impasta-cuoci.
Da buona foodlover, amo sporcarmi parecchio le mani in cucina e soffro un pò del complesso della dea Kalì: voglio fare mille cose contemporaneamente, in equilibrio su più mani, senza alcun aiuto. Che nessuno deve togliermi la minima parte di quel piacere di creare, dare forma, equilibrare i sapori.

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Però c’è un però. Come tutti, soprattutto durante la settimana, anche i foodblogger hanno un lavoro a tempo pieno, la spesa da fare (in tutta onestà, LE spese, che siamo pure maniaci del “fresco e di stagione”), la lavatrice da svuotare e i pavimenti da pulire. Una mamma, una sorella, un marito, le amiche, il cane. Telefilm da guardare, jogging che libera la mente, cremine, smalti e maschere per capelli da applicare.
A volte anzi, la routine la infarciamo un pò più del solito: alzi la mano chi di noi non è andato al lavoro con le occhiaie almeno una volta, perchè si è mai messo ai fornelli a tarda sera dopo aver visto una foto su Pinterest.
O per aspettare che la torta si raffreddasse, lentamente, prima di poterla ritirare in frigorifero.
Va da sè che una mano ce la abbiamo bisogno eccome!

ricetteimpossibili

Dopo avere sperimentato il Cuisine Companion, ho decretato che non è un disonore se il soffritto lo rosola lui, mentre sbucci minuziosamente le fave. Se il cioccolato che si scioglie da solo a bassa temperatura significa guadagnare dieci minuti per infornare una teglia di biscotti.
Moltiplica il tempo.
Si raddoppiano le portate.
Aumentano i posti a tavola.
Si dimezzano le stoviglie da lavare.
Mentre il piacere della cucina, quello te lo lascia tutto quanto (e anche i complimenti degli ospiti 😉 ).

Grazie a Moulinex per il divertimento, grazie alle compagne d’avventura A Thai Pianist, A Gipsy in the Kitchen e Cucchiaio di stelle. Grazie anche a Ilaria Mazzarotta, una narratrice davvero top!

Grazie come sempre alla mia triade di angeli custodi, presenti al mio fianco corpo e cuore.
Con voi potrei saltare a occhi chiusi nel vuoto, sapendo di non cadere mai.

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Filed Under: eventi

Frolla ripiena alla ricotta, cioccolato bianco e amarene

by 28 Comments

La fuga in corridoio con le braghe calate, a tre anni, per seminare l’infermiera con il vaccino già pronto nella siringa. Che tutti ridevano, ma il deretano era il mio, eh.
La prima volta che in vacanza, con clamoroso imbarazzo, hai parlato tu con il consierge invece di lasciar fare a mamma e papà. Che ormai l’inglese lo sai e se non lo usi è impossibile migliorare.
L’iscrizione al liceo classico, quando tutti sostenevano che fosse una scelta kamikaze che ti avrebbe azzerato qualsiasi possibilità di vita sociale.
Durante la temutissima prova parcheggio, all’esame per la patente: ruota ascoltami bene, io sterzo ma tu non toccare il marciapiede. Tiprego-tiprego-tiprego.
Il belloccio della scuola a cui non potevi nemmeno immaginare di rivolgere la parola, che non ti avrebbe mai degnato di uno sguardo. E poi è diventato il tuo fidanzato.
Ogni volta che entri dal parrucchiere, e mentre aspetti ti assale il panico da sforbiciata selvaggia. E pensi che dai, non sei poi così messa male, quasi quasi torni un’altra volta.
Il curriculum mandato con talmente poca speranza, che solo a cliccare “invio” ti senti inopportuna.
I jeans che conservi nell’armadio ma non metti per paura che quella cerniera maledetta proprio non salga.
La firma su un mutuo di trent’anni, che chissà come festeggerai quando verserai quell’ultima rata.

Tutto quello che vuoi è dall’altra parte della paura.
Il panico sa incollarti i piedi a terra peggio di una sparachiodi.
Ma stavolta hai saltato, e comunque andrà sei felice di averlo fatto.

crostata_ricotta

Per questa crostata ho preso ispirazione da quella meravigliosa di Mary, usando però la mia frolla classica e variando un pò il ripieno.
Se volete dare un’occhiata alla ricetta originale, è uno spettacolo!

Ingredienti:
tortiera da 22 cm
per la frolla
200 gr farina tipo 2
200 gr farina 00
250 gr burro
150 gr zucchero semolato
un uovo
per il ripieno
450 gr ricotta vaccina fresca
150 gr zucchero semolato
2 uova
100 gr cioccolato bianco
la scorza di mezzo limone biologico
un pizzico di sale
amarene Fabbri qb
zucchero a velo

Lavorare il burro a temperatura ambiente con la farina, lo zucchero e l’uovo, fino a ottenere un composto omogeneo. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola trasparente e lasciarla riposare un’oretta in frigorifero.
Lavorare la ricotta setacciata con lo zucchero, finchè risulti come una crema, aggiungere le uova, la scorza del limone in zeste (io ne ho usato uno di Sorrento, bello grande e profumato) e il cioccolato bianco ridotto in scaglie sottili con l’aiuto di una grattuggia (per aiutarvi in questa operazione, tenete la tavoletta in frigorifero: in questo modo si scioglierà con meno facilità).
Foderare una tortiera dai bordi alti, imburrata e infarinata, con 2/3 della frolla, tenendo da parte quella necessaria per la copertura.
Versare all’interno metà del ripieno, disporre le ciliegie sgocciolate sulla crema, poi coprire con la farcitura restante.
Stendere la frolla rimasta in un disco e porlo sulla cima della torta, rifinendolo della dimensione della tortiera usando la lama di un coltello e premendo leggermente perchè aderisca bene ai bordi.
Cuocere in forno statico a 180 gradi per 50 minuti.
Una volta raffreddato, conservare in frigorifero fino a circa 20 minuti prima di servire.
A piacere, spolverare di zucchero a velo.

Filed Under: dolci, ricette Tagged With: torte

Cannella e Confetti

Margherita Daverio, alias Cannella e Confetti.
Classe '84, vivo a Milano e faccio la PR.
Per me cucina è carattere, brivido e poesia.
Sognatrice ad occhi aperti ed eccessiva negli affetti, vivo di istanti e di istinti.
Mi tengo stretta la famiglia, gli errori e i ricordi. Guardando sempre avanti, che la vita non si ferma. E tanto meno io.

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